Intorno all’attuale crisi di Governo.

I cittadini bollatesi solidali condividono questo importante messaggio. Buona lettura.

“Solo un paese che ha smarrito il più elementare alfabeto civile e costituzionale può assistere in silenzio a un vicepremier di minoranza di un esecutivo che apre la crisi di governo, convoca il Parlamento ed evoca lo scioglimento delle Camere, come se fosse contemporaneamente il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica in carica.

Solo un paese che ha perso ogni dignità può accettare senza battere ciglio che un capopartito chieda di essere investito di “pieni poteri”, neanche fossimo nell’ottobre del ‘22.

Solo un paese che ha perduto completamente il senso delle istituzioni può rimanere zitto mentre un ministro si rivolge a parlamentari della Repubblica eletti invitandoli ad “alzare il c***” e presentarsi in Aula il prossimo lunedì, come se fossero pedine alle sue dipendenze.

Non siamo più di fronte alle sbruffonate di un cialtrone sulla spiaggia con un Mojito in mano. Queste sono prove tecniche di regime. E, se può fare tutto questo, se può spingersi tanto in là, non è solo per i 10 milioni di italiani che lo applaudono, ma per i 50 che stanno zitti.

Ogni nostro silenzio, ogni nostro arretramento, è un segnale di resa delle democrazia e delle istituzioni. È una tacca in più nella discesa verso l’abisso e un piccolo assaggio di quello che sarà. I campanelli d’allarme nella storia suonano sempre fortissimi, solo che non ci sono mai abbastanza orecchie ad ascoltarli.”

(Lorenzo Tosa)

 

“INTELLETTUALI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI (Risposta all’appello di Cacciari)”

Buongiorno, oggi vogliamo riproporvi un articolo trovato in rete , in risposta all’appello di Cacciari ), datato 4 settembre 2018. Come al solito, buona lettura.

Non ho vissuto l’età dei totalitarismi, l’età della morte del pensiero critico ma oggi più che mai posso considerare quanto sia pericoloso il sonno della ragione. Nell’età del ritorno dei Malvolio di montaliana memoria un semplice prendere le distanze non può bastare, non è più possibile una “fuga immobile” anzi può rappresentare una scelta immorale, un disimpegno colpevole.

Oggi non è più tempo di tacere, è tempo di prendere una posizione perché ogni esitazione potrebbe mettere a rischio le grandi conquiste culturali del secondo dopoguerra. La cooperazione internazionale, la democrazia, l’integrazione, la tolleranza non possono essere valori negoziabili.

Quello che maggiormente preoccupa non è il ristretto e circoscritto disegno politico di Salvini ma la constatazione dei consensi numerosi che colleziona, non è di Di Maio, che mi preoccupo e del suo serbatoio di voti “protestanti” ma la constatazione che la protesta sinistroide abbia consegnato il paese ad una destra becera e livida e che una larga fetta anche di intellettuali non si sia resa ancora conto che si è prostituita alla peggiore delle destre, non a quella progressista e europeista ma alla destra razzista e violenta di Salvini. Ad una destra incapace di cogliere i segni del tempo, incapace di progettare un mondo di uomini in grado di vivere insieme pacificamente nella consapevolezza che ogni vero progresso raggiunge la sua pienezza col contributo di molti e con l’inclusione di tutti ,seguendo l’insegnamento terenziano alla base della nostra cultura occidentale: “Homo sum humani nihil a me alienum puto”.

Appartengo al mondo della formazione, sto, pertanto, in trincea a contatto con una generazione vivace, intelligente, elettronica e “veloce” che “vivendo in burrasca” rischia di precipitare nel baratro dell’indifferenza o, nel peggiore delle ipotesi ,dell’intolleranza, dell’aggressività pericolosa e ignorante.

Questi stessi giovani ,invece, meritano di essere salvati, meritano una cultura in grado di coniugare pathos e logos, una cultura che percepisca l’uomo come fine e non come mezzo, che consideri l ‘”altro da sé” una risorsa importante giammai una minaccia.

Nell’età delle interconnessioni non c ‘è niente di più assurdamente anacronistico dei muri e dei silenzi colpevoli. E’ solo nelle DIVERSITÀ che si può cogliere il vero senso della BELLEZZA e l’essenza di un impegno costruttivo che non è mai discriminante ma sempre inclusivo, totalizzante e interdipendente.

Non è neanche questione di destra o di sinistra , di rosso o nero ma il problema è , soprattutto ,di carattere culturale. La vera emergenza è quella di costruire un argine contro ogni forma di populismo, contro la xenofobia, contro i nuovi razzismi in nome di una società civile che riparta dall’UOMO, non prima dall’uomo Italiano , né come in passato ,prima dall’uomo della Padania ma dall’UOMO in quanto umanità È necessario che in ogni campo sia politico che economico, culturale e sociale non si perda mai di vista l’uomo, la sua dignità, il suo inestimabile valore e, al di là di ogni faglia e filo spinato, lo si consideri il fine ultimo di ogni progetto.

Intellettuali di tutto il mondo unitevi,

c ‘è molto da fare, a partire dalla formazione scolastica . Se uniti si costituirà una forza inarrestabile, la forza della cultura, la sola che possa costituire un argine autentico contro la deriva pericolosa del populismo e della miseria ,principalmente di quella della mente e dello spirito.

di Antonella Botti, docente

Gianfranco Pasquino: IL RACCONTO DELLA POLITICA (corso completo)

Vi segnaliamo questo interessante ciclo di lezioni sulla politica, raccolte in un video corso reperibile in rete e tenuto da Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza politica nell’Università di Bologna.

Il corso è stato registrato il 1° agosto 2018 presso la, Casa della Cultura di Milano, a cura di Annamaria Abbate

Buona visione.

“Quel che so sulla politica. Come studiarla, con metodo comparato, come raccontarla, come apprezzarla. Se volete capire la politica dovete conoscerne il funzionamento dei meccanismi e delle strutture, le tecniche, le Istituzioni. Dovete capirla se volete cambiarla. La politica nella quale viviamo non è una buona politica e per cambiarla bisogna acquisire le conoscenze. Cercherò di darvi queste conoscenze in chiave comparata. Cercherò di offrirvi tutto quello che so, tutto quello che ho imparato da Bobbio e Sartori, tutto quello che penso si possa ancora imparare…”

INDICE DEL VIDEO CORSO:

Lezione introduttiva – Quel che so sulla politica. Come studiarla, con metodo comparato, come raccontarla, come apprezzarla

L. n 1 Tradurre voti in seggi in maniera informata, efficace e incisiva. Si può, si deve

L. n 2 Nessun Parlamento è uno specchio. Luogo di rappresentanza, arena di confronto e di conciliazione di interessi, scuola di alternanza

L. n 3 Governabilità vo cercando ch’è si cara come sa chi per lei… pasticciacci brutti rifiuta

L. n 4 I partiti: la democrazia che si organizza(va). I rimedi, peggiori del male?

L. n 5 Partecipare migliora la vita e la politica. Si può; si deve

L. n 6 Le democrazie esistono. Hanno problemi. Imparano a risolverli senza violenza

L. n 7 La società. Non si gioca a bocce da soli. Non si porta via il pallino

L. n 8 Ingegneria costituzionale comparata. Come applicare le conoscenze alla trasformazione dei sistemi politici. Sapere per fare

Cari amici bollatesi, siamo tornati!

Riprendiamo l’attività del nostro sito per augurarvi buon 2019, condividendo uno scritto comparso su “Insieme” ( Il settimanale d’informazione delle parrocchie bollatesi) , dal titolo: “Messaggio del Santo Padre Francesco per la celebrazione della LII Giornata Mondiale della Pace 1° Gennaio 2019 La buona politica è al servizio della pace

Qui l’articolo in formato pdf: insieme-52.18.pdf

Seguiteci, da oggi torneremo ad aggiornarvi su temi di attualità politica, economica e sociale, di carattere sia locale che non.

Buona lettura.

“Investite sulla provinciale 119” – comunicato del circolo bollatese di Legambiente

Condividiamo l’articolo pubblicato su ” il Giorno” è il comunicato stampa del circolo bollatese di Legambiente, che chiede il completamento della strada provinciale n119

COMUNICATO STAMPA

L’A52 sta sempre più prendendo forma. L’ex tangenziale nord – la Rho-Monza, come per tutti questi anni l’abbiamo chiamata- si è trasformata in A52. In questo passaggio crediamo che il sistema viabilistico intorno a Bollate abbia guadagnato in fluidità del traffico e un tracciato meno impattante sul territorio, rispetto a quello precedente che verrà chiuso e smantellato.

Il nuovo tratto di autostrada, infatti, corre per buona parte in galleria e in trincea e questo importante e qualificante risultato è stato ottenuto anche con l’azione dell’allora Circolo di Legambiente Bollate-Baranzate, che 20 anni fa chiese di spostare l’asse viabilistico più lontano del centro abitato baranzatese, di eliminare la pericolosa curva che passava sotto il ponte e di ripensare la struttura con criteri più moderni ed attenti all’impatto ambientale. Quando le idee sono buone, trovano poi le gambe per camminare; occorre impegno e determinazione.

Il Circolo Legambiente di Bollate, rinato poco più di un anno fa, ha il compito e il dovere di raccogliere il testimone di quella battaglia e di continuare a riflettere, confrontarsi ed agire perché la nostra città si sviluppi a partire dai valori ambientali. Per questo l’attenzione sulla realizzazione dell’A52 non calerà, anzi aumenterà perché anche tutte le opere compensative (piantumazioni, recupero di aree verdi, smaltimento corretto dei detriti) vengano portate a termine nei dovuti modi e nei tempi concordati.

E nell’ottica di una futura viabilità più funzionale ed ordinata – è uno dei più gravi problemi di Bollate – chiediamo con forza che l’amministrazione prenda in seria considerazione il completamento della Strada 119, che collega la Varesina con Senago e Cassina Nuova; manca circa 1km per congiungersi con la Comasina all’altezza di Paderno. In questo modo, A52 e 119 insieme, consentirebbero di spostare traffico ed inquinamento ai confini di Bollate nella direzione est-ovest. E chissà che allora non si possa riattivare la ZTL con buona pace di tutti.

Non crediamo sia questione di risorse economiche, ma di chiarezza di obiettivi.

Bollate, 20 novembre 2017

​Circolo Legambiente Bollate

P.s.1.

1 ( linea tratteggiata rossa)TRATTO MANCANTE DELLA STRADA PROVINCIALE N.119

2: (linea tratteggiata viola) nuova “strada locale di progetto”, per spostare il traffico da via Kennedy

3: via Kennedy

4: localizzazione del centro Bitumati 2000

5: localizzazione dell’area Galli, in territorio di Senago, sul quale si vogliono insediare 3 “centri di raccolta di rifiuti pericolosi e non pericolosi”

6: (perimetro in linea rossa) la nuova area produttiva individuata dal P.G.T. (Il piano di governo del territorio di Bollate, e che comprende il vecchio inceneritore di Cassina Nuova, abbandonato a sé stesso da più di 20 anni

7: localizzazione del luogo in cui verranno realizzate le vasche di laminazione del Seveso di Senago, sopra la falda acquifera di Bollate

8: (linea tratteggiata viola) nuova “ strada locale di progetto”, nota come “Gronda nord”, pensata per collegare l’incrocio tra via Verdi e la “varesina”, con il sottopasso di via Veneto – viale Lombardia (tutta (in pieno parco delle Groane).

9: (perimetro in linea rossa) localizzazione dell’area su cui si vuole realizzare l’ennesimo, nuovo centro commerciale bollatese

10: il tracciato della nuova autostrada A52, che conosciamo tutti come “Rho-Monza”

La riielaborazione è stata fatta sulla tavola di PGT http://www.comune.bollate.mi.it/DATA/allegati/pagine/DP01_DISEGNO%20STRATEGICO%20DELLA%20STRUTTURA%20PUBBLICA_agg.%20VAR.1%20e%20VAR.2%20e%20PL%20AdT5.pdf

“ … ecco il progetto per il post-Expo: polo tech, verde e università in gestione agli australiani”

Leggiamo dalle cronache giornalistiche:

” l masterplan – Gli australiani di Lend Lease gestiranno in concessione per 99 anni lo sviluppo dell’area, in cambio di 671 milioni ad Arexpo

Tra qualche giorno ci sarà l’annuncio ufficiale di che cosa sarà fatto sull’area Expo. Gli australiani di Lend Lease il 9 novembre hanno vinto la gara con una proposta di masterplan che, secondo quanto il Fatto Quotidiano può anticipare, concentra il parco al centro della grande area, in un’unica spina verde che sostituisce e amplia il “decumano”, la grande strada su cui si affacciavano i padiglioni di Expo. Il parco dividerà le aree pubbliche, a nord della zona verde, dalle aree private, a sud. Quattro gli insediamenti pubblici. Il campus dell’Università Statale di Milano, che trasferirà qui, a est dell’Albero della Vita, le sue facoltà scientifiche che ora sono nelle vecchie sedi di Città Studi. Human Technopole, il centro di ricerca su genoma e big data, che occuperà Palazzo Italia e la parte a ovest dell’Albero della Vita. La Cascina Triulza resterà come casa delle associazioni del volontariato, oltre a ospitare la sede di Arexpo, la società pubblica proprietaria delle aree che ora svilupperà l’operazione immobiliare insieme a Lend Lease. Infine, contiguo alla Triulza, sorgerà il nuovo ospedale Galeazzi.

Gli edifici. Sotto la spina verde saranno concentrati gli interventi privati, sviluppati da Lend Lease o direttamente da Arexpo. Soprattutto terziario (200 mila metri quadrati), ma terziario di qualità, almeno secondo le promesse degli sviluppatori: hanno già presentato manifestazioni d’interesse grandi aziende come Novartis, Bayer, Glaxo, Bosch, Abb, Celgene, Ibm Watson. Poca residenza, 24 mila mq, a cui si aggiungono 9 mila mq di “senior living”, cioè residenze di altissimo livello, e 30 mila di social housing, ossia case a prezzo calmierato. Ben 54 mila mq saranno residenze per studenti, in prossimità del campus universitario, 16 mila saranno spazi commerciali, ma senza grande distribuzione, e 7 mila mq per hotel.

In totale, sono 480 mila i metri quadrati di costruito proposti dal progetto Lend Lease, che diventeranno 510 mila con i 30 mila di social housing. Il parco nel progetto occupa 460 mila metri quadrati, 20 mila più di quanto era obbligatorio, ed è uno spazio unitario e continuo, non spezzettato, come si temeva, in tanti “giardini condominiali”.

Human Technopole occuperà 35 mila mq: Palazzo Italia appositamente ristrutturato, i padiglioni ex Expo del “cardo”, la stecca ex Expo che si affaccia sulla piazza dell’Albero della Vita, più due fabbricati nuovi per i laboratori, uno di 18 mila mq e l’altro di 2 mila. Il campus della Statale per 18 mila studenti impegnerà 98 mila mq di cui 42 mila di costruito, mentre su 50 mila mq cresceranno i sedici piani del nuovo ospedale Galeazzi.

I soldi. La società Arexpo (39% ministero dell’Economia, 21% Regione Lombardia, 21% Comune di Milano, 16% Fondazione Fiera Milano), che ha comprato da privati i terreni dove si è svolto Expo 2015, nel 2018 avrà 200 milioni di debito. Conta di rientrare in dieci anni. Con i 671 milioni che saranno via via versati da Lend Lease, che avrà la concessione per 99 anni per “valorizzare” almeno 250 mila mq. Altri 230 mila mq saranno “valorizzati” direttamente da Arexpo, che conta di ricavarci 130 milioni, vendendoli a Lend Lease o direttamente a privati. Arexpo incasserà poi 25 milioni dal Galeazzi, per i 50 mila mq venduti per l’ospedale. Altri 140 milioni potrebbero arrivare in dieci anni dagli oneri di urbanizzazione dell’area.

I tempi. L’attuale proposta di masterplan di Lend Lease diventerà masterplan definitivo entro il giugno 2018, quando sarà approvato dall’assemblea degli azionisti di Arexpo. Entro la fine del 2018 dovrà essere approvato dai Comuni di Milano e di Rho lo strumento urbanistico (il Programma integrato d’intervento). Poi si apriranno i cantieri. Intanto però partiranno almeno il Galeazzi (cantiere nella primavera 2018) e Human Technopole: 22 dicembre 2017 consegna di Palazzo Italia ristrutturato, gennaio 2018 arrivo dei primi 40 addetti e ricercatori, che diventeranno 400 a fine 2018. Tutti gli edifici per il polo tecnologico saranno consegnati a fine 2021 ed entreranno a regime, con 1500 addetti, nel 2024.”

Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/post-expo-ecco-il-progetto-polo-tech-verde-e-universita/

“Puliamo il mondo” a Bollate, il 01.10.2017, con il circolo locale di Legambiente 

<< COMUNICATO SU INIZIATIVA “PULIAMO IL MONDO”

Torna a Bollate “Puliamo il mondo”, edizione 2017. Il Circolo locale di Legambiente e il Comune di Bollate, Assessorato all’Ambiente, aderiscono alla campagna “Puliamo il mondo”, promossa da Legambiente Nazionale.

L’appuntamento è per Domenica 01 ottobre 2017 presso la piazza don Carlo Elli/Centro san Giuseppe a Bollate centro, alle ore 9.00.
Da lì 2 squadre di volontari partiranno per pulire da cartacce e rifiuti vari il parchetto di via Piave e dintorni e l’area verde, che si estende da via Varalli a via 4 Novembre, fiancheggiante la ferrovia.
I volontari verranno dotati di pettorina e guanti e avranno copertura assicurativa. Si possono portare anche guanti da lavoro propri.
Alle ore 11.30, a chiusura dell’attività, presso il Centro san Giuseppe, animazione musicale e aperitivo per i partecipanti.
Per motivi organizzativi è gradito l’invio dell’adesione con nominativo al seguente indirizzo mail ambiente@comune.bollate.mi.it o telefonando al 3475846453 (ore serali 20-21.30). Possono partecipare anche gruppi familiari.
In caso di pioggia l’iniziativa sarà rinviata ad altra data.
Bollate, 23 settembre 2017 
​Legambiente Bollate >> 
Fonte: https://www.facebook.com/legambientebollate/posts/2066360460056511

Lettura molto interessante sui centri commerciali

Leggiamo dal corriere.it

Crisi dei grandi centri commerciali, ora il Trentino li mette al bando
di Corinna De Cesare

Negli Stati Uniti il mito del centro commerciale è crollato da tempo. Celebre l’inchiesta del New York Times con tanto di gallerie foto con queste gigantesche città fantasma ormai cadute in disgrazia vuote, abbandonate, disertate da molti consumatori stanchi di queste cattedrali moderne del consumo. Tanto che secondo alcuni analisti circa 400 dei circa 1.100 centri commerciali in America chiuderanno nei prossimi anni.

Ma se dagli Stati Uniti si passa all’Italia, le cose per i cosiddetti «grandi mall» potrebbero persino peggiorare. Basti pensare che una provincia intera ha deciso di bandirli definitivamente per la salvaguardia del suo territorio. Si tratta della giunta provinciale di Trento che ha approvato nei giorni scorsi lo stop alle nuove superfici di vendita sopra i 10.000 metri quadrati. In sostanza uno stop all’insediamento di nuovi centri commerciali di grandi dimensioni, in particolare le grandi piattaforme monofunzionali. Per quale motivo? In Trentino, ha ricordato la giunta, «l’87% del suolo è interessato da rocce, boschi o pascoli e solo il rimanente 13% è potenzialmente disponibile per gli insediamenti e l’agricoltura: suolo e risorsa molto limitata da preservare con la massima attenzione minimizzandone il suo consumo e limitando la possibilità di nuove espansioni»

Stop quindi ai grandi centri commerciali per mantenere e rafforzare la presenza dei piccoli esercizi commerciali insediati in zone e località montane. Ma anche per contenere il traffico stradale e le sue ricadute in termini di inquinamento atmosferico e acustico. Un altro argomento dei detrattori dei grandi «mall» è infatti proprio il «traffico veicolare» visto che queste grandi strutture inducono maggiori spostamenti e concentrazioni di traffico.

Ma non solo. In Trentino dal 1960 al 2004 le aree urbanizzate sono cresciute del 190% contro una crescita della popolazione del 20% senza contare che il 24% della superficie sul territorio destinata a grandi superfici commerciali non è ancora stata utilizzata. Da qui la scelta. «Si tratta di una decisione – ha sottolineato il vicepresidente della giunta, Alessandro Olivi – che suggella una riforma, prima in Italia, che si propone di rinnovare il metodo di programmazione degli insediamenti commerciali sul territorio, all’insegna della qualità e alla valorizzazione delle nostre vocazioni di area alpina»

Fonte: http://www.corriere.it/economia/17_settembre_22/crisi-centri-commerciali-ora-trentino-li-mette-bando-86802f02-9f9e-11e7-b69e-b086f39fca24.shtml?refresh_ce-cp

FIRMATO IL PATTO PER LA SALVAGUARDIA DEL SEVESO.

A seguito del convegno tenutosi a Bresso ,il 18 febbraio scorso, segnaliamo quanto segue:

 

Il convegno “Patto per il Seveso: tra emergenza e rispetto per l’ambiente”, tenutosi in Sala Consiglio sabato 18 febbraio ,è stato caratterizzato da un articolato e proficuo confronto tra Sindaci e Amministratori delle tre province coinvolte, le Associazioni Ambientaliste, i Presidenti e i direttori delle autorità delle acque e il Parco nord Milano. 

Durante le due tavole rotonde, focalizzate rispettivamente sul tema dell’ emergenza e sul rispetto per l’ambiente,si è parlato di risanamento ambientale , di sicurezza idraulica del fiume, di nuove proposte di invarianza idraulica, che determinino un cambio culturale che sappia riconoscere il valore dell’acqua come risorsa e non consideri le vasche di laminazione la soluzione al problema del Seveso.

Al termine del convegno i Sindaci dei comuni attraversati dal Seveso hanno firmato il “Patto per la salvaguardia del Seveso”, un passo virtuoso e un rinnovato impegno per la tutela del territorio.

Tutta la documentazione è disponibile qui

“Tour dei veleni”, questa mattina, da Senago a Cassina Nuova …

“Tour dei veleni” del circolo bollatese di Legambiente e di alcuni cittadini 


<< Il circolo cittadino di Legambiente e alcuni cittadini hanno sfidato la forte pioggia caduta nella mattinata di sabato 4 febbraio per ribadire, nuovamente, il loro no alla costruzione della nuova area destinata ai rottamai al confine tra Bollate e Senago e a quella delle vasche di laminazione del fiume Seveso e per chiedere un maggiore controllo sulle emissioni acustiche e olfattive prodotte dalla Bitumati 2000 di via Pace.

Quattro i luoghi toccati dalla protesta, accompagnata dalle bandiere di Legambiente e da uno striscione. I manifestanti hanno iniziato il cosiddetto “tour dei veleni” ritrovandosi al municipio di Senago. Qui, dopo aver srotolato uno striscione, hanno ribadito il loro supporto dato ai senaghesi negli scorsi anni per tentare di impedire la costruzione delle vasche di laminazione del Seveso chiedendo, viceversa, un aiuto per fermare l’iter che porterà all’edificazione dell’area che ospiterà tre rottamai in via Pace. “Il Comune di Bollate, rinunciando al ricorso redatto in precedenza, sposterà nel nuovo sito due rottamai già attivi in un altro punto della città e permetterà a una nuova azienda di insediarsi e di trattare anche dei rifiuti classificati come pericolosi. È un grave pericolo per la salute dei cittadini, che verrà minata anche a causa del maggiore traffico dovuto al passaggio dei camion, e che non vale di certo la costruzione di una nuova rotonda e l’asfaltatura di un tratto di via Kennedy” hanno sottolineato i manifestanti. La protesta ha poi toccato il cantiere delle vasche di laminazione, l’area di via Pace che ospiterà i tre rottamai e si è concluso, infine, davanti al sito della Bitumati 2000. 

Ulteriori novità sulla questione che riguarda le contestate emissioni acustiche e olfattive prodotte dall’azienda situata alle porte di Cassina Nuova potrebbero giungere nella serata di venerdì 10 febbraio. Alle 20.30 del prossimo venerdì infatti, al centro civico di via San Bernardo, si terrà l’incontro organizzato dall’amministrazione comunale per discutere delle problematiche di Cassina Nuova. All’assemblea pubblica prenderà parte anche il sindaco Francesco Vassallo. (Stefano Dattesi) >>

Fonte http://www.rhonews.com/news/cronaca/900839/_tour_dei_veleni_per_cittadini_e_legambiente#.WJXIs5tizhh.facebook

Segnaliamo dal profilo Facebook del circolo bollatese di  Legambiente 

“Qualche settimana fa avevamo cercato di portare attenzione sul destino di queste piante ( platani e querce), chiedendo che ci si attivasse almeno per capire se alcune di esse potessero essere in qualche modo recuperate e spostate altrove ( https://www.facebook.com/legambientebollate/posts/1620399114652650 ). Il nostro appello, purtroppo, non ha riscontrato risposte e oggi dobbiamo constatare quanto visibile nelle foto : l’inizio dei lavori del collegamento stradale che dalla via Kennedy porterà ad inserirsi sulla A52 – ” Rho – Monza”. Ora sarà interessante capire quanto traffico veicolare graverà in più nella zona in questione.”
Fonte: https://www.facebook.com/legambientebollate/posts/1709333135759247

“Mafia, malaffare e cosa nostra. Viverci e averci a che fare”. 

Segnaliamo questo evento che avrà luogo ‪Il 12.01.2017‬ a Bollate 

<< Prosegue la rassegna “Diversi diritti, diritti diversi” con l’incontro “Mafia, malaffare e cosa nostra. Viverci e averci a che fare”. Interviene con la sua vicenda biografica l’imprenditore Gianluca Calì 
L’incontro è gratuito e aperto a tutti, si svolgerà ‪giovedi 12 gennaio 2017 dalle 18 alle 19:30‬ presso l’anfiteatro della scuola Montessori. Seguirà un breve rinfresco offerto dalll’Associazione Genitori.>>

Assemblea pubblica di Legambiente-circolo di Bollate e i promotori della raccolta firme.  

Segnaliamo questo importante evento , organizzato per venerdì 13.01.17 alle ore 21.00 , presso il salone parrocchiale di Cassina Nuova a Bollate 
Fonte: https://www.facebook.com/legambientebollate/posts/1687063031319591:0

Qui di seguito alcuni strumenti e spunti di riflessione utili per partecipare attivamente all’incontro

Fai clic per accedere a 16%20Del%20Caz_Teodosio_Tema%201.pdf

Fai clic per accedere a ud004_tema_1.pdf

Fai clic per accedere a Campos_Rigenerazione_vs_espansione.pdf

Fai clic per accedere a Libro_protCivile_buonepratiche_0000001113.pdf

LETTERA A BABBO NATALE PER BOLLATE

Caro Babbo Natale,
ti scriviamo per la nostra cara Bollate; chissà se almeno tu ci ascolti e ci porti finalmente i doni che desideriamo con tutto il nostro cuore.
Ti chiediamo, innanzitutto, di portare tanta e meritata serenità ai concittadini di Cassina Nuova. Sono letteralmente assediati ed esasperati dal traffico e dai miasmi prodotti dalla Ditta Bitumati 2000; in più sul loro territorio è previsto l’insediamento di aziende che si occupano di rottamazione e di riciclo, per non parlare del fantomatico centro commerciale in coabitazione con Cascina del Sole. Che ne dici se cominciassimo tutti a ragionare sul futuro della nostra città mettendo al primo posto la salute delle persone, soprattutto più fragili, e la ricerca di un grado di qualità della vita soddisfacente? Traffico e insediamenti produttivi pesanti e invasivi certo non aiutano.
Ti chiediamo di darci una mano a risolvere il problema della gestione dell’Urban Center. Non vorremmo finisse come per altre opere pubbliche in Italia, abbandonate al loro destino. E questa non è una cattedrale nel deserto, è un edificio ben visibile al centro della nostra città. Che ne dici se si provasse a percorrere la strada della costituzione di un’associazione, con partecipazione anche dell’amministrazione, che ne assuma la gestione a partire da una proposta di valorizzazione credibile e solida? Pensiamo che gli investimenti economici in cultura e in cittadinanza attiva non siano mai buttati via.
Portaci in dono anche un briciolo di saggezza politico amministrativa in più, perché la nostra Bollate si doti di progetti di sviluppo compatibili con una migliore qualità della vita. Abbiamo forti dubbi, ad esempio, che il progetto di recupero sull’area ex Ceruti, per come si sta delineando, corrisponda a questo obiettivo: troppo cemento e nessuna idea davvero qualificante. Il recupero di un’area così importante e centrale dovrebbe diventare oggetto di un grande, coinvolgente e impegnativo percorso di riflessione e confronto pubblico; non bastano le sole discussione negli organismi consiliari.
Un ultimo pensiero lo rivolgiamo al nostro (ex) ospedale. Ti supplichiamo: che almeno le promesse fatte vengano mantenute e l’amministrazione non abbia paura di chiederne conto.
La nostra lettera, caro Babbo Natale, come già sai, potrebbe continuare ma poi ti caricheremmo di troppo lavoro; qualcosa in realtà aspettiamo anche dalla Befana.

Buone feste a tutti
​Cittadini Bollatesi Solidali

Prima di tutto l’adesione alla “carta della partecipazione” 

Sono giorni che leggiamo di importanti iniziative che chiamano la cittadinanza bollatese ad esercitare il diritto-dovere di partecipare alla vita pubblica e alle decisioni che la riguardano. Ci riferiamo in particolare all’appello, ripetuto e rilanciato più volte nei social, che recita quanto segue:

” Tutti i cittadini di Bollate sono chiamati a scegliere la destinazione di 400.000 euro del bilancio comunale presentando proposte su quattro temi: Giovani, cultura e sport – Famiglie e solidarietà – Interventi nelle Scuole – Ambiente e cura della Città … Primo appuntamento per la presentazione del progetto di Bilancio Partecipativo. Mercoledì 14 dicembre, alle ore 18, in Aula Consiliare”

Pur apprezzando l’iniziativa, osserviamo però che nessun politico, sia di maggioranza che di opposizione, ricorda che esistono già strumenti collaudati che quella “partecipazione” la garantiscono, rendendola una prassi operativa, in più fronti, per esempio nel trattamento di problematiche connesse allo sviluppo urbanistico e alla tutela ambientale.  Tali strumenti cioè istituzionalizzano un modo di operare continuo e costante, piuttosto che una “concessione” calibrata e somministrata una tantum e a discrezione di questa o quella amministrazione comunale del momento. 

Noi CBS, pensando di fare altrettanta cosa utile, vorremmo sopperire a questa mancanza dellla politica locale e quindi ricordiamo a tutti i nostri concittadini quanto viene riportato nel sito dell’ Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) in merito alla Carta della partecipazione

A dicembre 2014 l’Istituto Nazionale di Urbanistica ha promosso la sottoscrizione della Carta della Partecipazione. Si è trattato dell’inizio di un percorso che punta al progressivo coinvolgimento di enti pubblici e strutture associative per creare una rete e, attraverso l’applicazione della Carta, diffondere la cultura di una partecipazione effettiva e “di qualità” dei cittadini alle decisioni.

Infatti quando oggi parliamo genericamente di “partecipazione”, rischiamo di creare diffidenza o fraintendimenti. Non esistendo in Italia una vera e propria disciplina, né strumenti di certificazione delle competenze, la materia è oggetto di interpretazioni diverse, a volte approssimative o contrastanti. In una materia così delicata, che ha a che fare con il rapporto di fiducia tra le istituzioni e i cittadini, la Carta della Partecipazione cerca di portare competenza e rigore metodologico, definendo delle regole minime che aiutino a progettare o a valutare la qualità di un processo partecipativo.

Nata dall’esperienza “sul campo” di un centinaio di facilitatori esperti di diverse regioni, e approfondita grazie al contributo di importanti associazioni nazionali che operano a stretto contatto con i cittadini, la Carta è un documento breve e scorrevole composto da 10 semplici principi, comprensibili a tutti, che indicano come dare qualità al processo partecipativo. La Carta può essere usata come una traccia metodologica in fase di progettazione di un percorso di coinvolgimento dei cittadini, oppure come griglia da usare in fase valutativa per determinare la qualità di un processo partecipativo proposto o realizzato. Può anche essere utilizzata come spunto di riflessione per accrescere la cultura della partecipazione e far comprendere la complessità delle dinamiche e dei ruoli, aiutando i decisori a riconoscere gli esiti dei processi partecipativi come parti integranti dei procedimenti di formazione delle scelte pubbliche. L’idea di partecipazione introdotta dalla Carta accompagna l’intero ciclo di elaborazione e implementazione delle politiche pubbliche, compreso il momento della gestione e dell’attuazione, affinché i cittadini diventino parte attiva nella realizzazione dei progetti e nella presa in cura dei beni comuni.”

Ai politici locali, ai rappresentanti dei partiti e  dei movimenti e ai rispettivi consiglieri comunali, vorremmo anche ricordare che ciò che serve per aderire alla carta e dar seguito immediato a quanto sopra è disponibile al sopracitato collegamento e agli allegati contenuti in quella pagina web. Basta solo aver la buona volontà di stamparli e portarli in consiglio comunale .
Buon lavoro 

Cittadini Bollatesi Solidali 

Interessante lettura sull’esito del referendum di domenica scorsa, estendibile anche ai comuni nell’area metropolitana milanese 

Domenica scorsa, a Bollate ha vinto il NO.  Analoga situazione si è verificata un po’ ovunque nei comuni dell’area metropolitana milanese. 

La nostra città  è praticamente governata dal PD, senza nulla togliere agli altri partiti della coalizione di maggioranza.

Crediamo che la seguente sia un’utile lettura , elaborata dall’ Istituto Cattaneo, per chi ha interesse e passione verso la politica e per chi la fa in modo diretto, a prescindere dal come la si pensi ed in assoluto rispetto delle diverse opinioni.  

Buona lettura 

http://www.cattaneo.org/press_release/referendum-sociale-o-costituzionale-torna-il-problema-delle-periferie-per-il-pd/

“Rifiuti, Renzi: ok a nuovi inceneritori. E se vince il Sì è solo l’inizio”

Invitiamo alla lettura di questo articolo de ” il Fatto Quotidiano”.

Alla notizia è stata messa la sordina. Ma nelle scorse settimane il governo Renzi ha dato il via libera, con un decreto ministeriale ad hoc, alla realizzazione di otto nuovi inceneritori. Che sorgeranno in una serie di regioni del Centro e Sud Italia. Avranno il compito di bruciare 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e assimilabili che si aggiungeranno alle circa 6 milioni di tonnellate attualmente incenerite nei 40 impianti in esercizio. Altre 665mila tonnellate aggiuntive verranno invece bruciate autorizzando la capacità potenziale di trattamento di impianti non ancora in esercizio: due sono in Lazio, uno in Calabria, uno in Puglia e uno in Toscana.

Sono questi, in sintesi, i termini attuativi del famoso articolo 35 dello Sblocca Italia, che hanno trovato una sostanziale convergenza da parte delle Regioni. Viene quindi confermata la scelta sottesa all’articolo 35 dello Sblocca Italia: i termovalorizzatori assurgono definitivamente a soluzione indispensabile per il trattamento dei rifiuti urbani. Ma nella partita sugli inceneritori, se risultano sconfitti gli ambientalisti, esce a braccia levate al cielo la potente lobby delle multiutilities.

Perché il decreto del governo Renzi individua, per tutti gli impianti in esercizio, il tonnellaggio di rifiuti trattabile, che è nettamente superiore a quello attualmente incenerito. Una misura, questa, che permetterà a impianti sottoutilizzati e sull’orlo del fallimento come quello di Parma di risanare i bilanci. Generando cospicui profitti aggiuntivi.

Un esempio può meglio spiegare il tema. L’inceneritore di Torino, ultimo arrivato tra i grandi impianti, ha un piano economico-finanziario fondato su una capacità di incenerimento pari a 360mila tonnellate che producono ricavi pari a 95 milioni di euro all’anno. Il decreto del governo Renzi consentirà a Torino di bruciare fino a 526.500 tonnellate all’anno di rifiuti, il 46,3% in più di quelli attualmente trattati. Con il risultato che il ritorno su un investimento, come quello della messa in opera del termovalorizzatore più grande d’Italia e costato 430 milioni di euro, verrà nettamente accelerato.

La mossa di Renzi è poi la via individuata dall’esecutivo per evitare che una mole impressionante di sanzioni si abbatta sui fragili conti italiani a causa dei numerosi contenziosi in essere con l’Unione europea sulla gestione dei rifiuti. A indicare i principali casi è un dossier della Camera che accompagna lo Sblocca Italia, a indicare i principali casi. Una procedura di infrazione, che risale al 2012, riguarda la discarica di Malagrotta e altre discariche laziali: la Commissione europea ritiene che i rifiuti stoccati presso le discariche del Lazio non subiscano il trattamento prescritto dalla normativa europea, non essendo sufficiente la frantumazione e lo sminuzzamento prima dell’interramento, come avviene.

Poi c’è l’annoso capitolo della gestione dei rifiuti in Campania.

Dal 2010 la Corte di Giustizia imputa all’Italia la colpa di aver violato gli obblighi comunitari di corretta gestione dei rifiuti, in particolare per la mancanza di una rete integrata di gestione dei rifiuti nella regione. La Commissione europea ha poi più volte contestato i gravi ritardi che hanno portato all’arresto della costruzione della maggior parte degli impianti previsti per il recupero dei rifiuti organici, degli inceneritori e delle discariche.

E ha chiesto alla Corte di giustizia di condannare l’Italia al versamento di sanzioni pecuniarie consistenti in una somma forfettaria di 28.089,6 euro al giorno (quantificabile su base annua in circa 10.252.704 euro) per il periodo intercorso tra la prima e la seconda sentenza e in una penalità di mora di 256.819,20 euro al giorno (vale a dire 85.606,4 euro al giorno per ogni categoria di installazione) dovuta dal giorno in cui verrà pronunciata la seconda sentenza fino al completo adempimento (quantificabile su base annua in circa 93.739.008 euro).

Sempre la Commissione considera irregolari 46 discariche già esistenti o autorizzate al 16 luglio 2001 per le quali, entro il 16 luglio 2009, in base alla normativa europea, si sarebbe dovuto prevedere e dare esecuzione un adeguato piano di riassetto ovvero procedere alla chiusura qualora detto piano fosse risultato inadeguato: le regioni interessate sono l’Abruzzo (15 discariche), la Basilicata (19 discariche), la Campania (2 discariche), la Puglia (5 discariche), il Friuli Venezia Giulia (4 discariche), la Liguria (1 discarica per rifiuti pericolosi).

Anche in questo caso, l’Italia rischia di pagare centinaia di milioni di multe. Che ora potranno verosimilmente essere almeno sospese di fronte alla prospettiva della realizzazione degli otto nuovi inceneritori. Impianti che, se dovesse prevalere il Sì al referendum con il conseguente “riordino” delle competenze regionali, potrebbero non essere gli ultimi di una serie decisa direttamente dallo Stato centrale.

“Gli architetti premiano le idee per il recupero delle periferie” 

Vi proponiamo questa interessante lettura tratta dal sito del Sole 24 ore 

Le periferie italiane sono state le protagoniste della Festa dell’Architetto 2016 promossa dal Consiglio Nazionale degli Architetti a Venezia. Ad una settimana dalla chiusura della 15a Mostra Internazionale di Architettura, si è acceso un faro sulla riqualificazione urbana presentando un concorso di progettazione per la riqualificazione delle aree “Ex Falck e Scalo Ferroviario” a Sesto San Giovanni e annunciando gli esiti del concorso di idee promosso con la Direzione Generale Periferie Urbane del Mibact per la rigenerazione di una decina di aree periferiche italiane.

Quest’ultima iniziativa ha riguardato nove aree dislocate da Nord a Sud. Ad Aprilia (LT) ha vinto il gruppo guidato da Margherita Manfra, a Corato (BA) il team con Mariangela De Napoli, a Marsala (TP) il capogruppo è Danilo Capasso, sempre in Sicilia, a Palermo il gruppo vincitore è guidato da Sergio Luzio, a Reggio Calabria ha vinto il team di Cristina Brunelli, a Ruvo di Puglia (BA) si è distinta la squadra guidata da Cristiana Vannini, a San Bonifacio (VR) ha avuto la meglio il gruppo di Luca Vandini, a Santu Lussurgiu (OR) primo posto per il gruppo di Silvia Lai, mentre a Sassari ha vinto il team guidato da Paolo Marras. I vincitori di queste nove aree sono stati annunciati sabato 19 novembre, mentre il decimo intervento (Villabate, PA) sarà aggiudicato il 16 dicembre prossimo. Complessivamente si sono attivati 466 partecipanti e sono pervenute 220 proposte progettuali (di cui 15 estere): grande partecipazione per un’iniziativa frutto di una convenzione sottoscritta tra la Direzione Generale del Mibact e il Consiglio Nazionale, nata per promuovere presso i giovani progettisti l’opportunità di presentare proposte ideative su alcune aree urbane caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza di servizi.
“Sul tema delle periferie urbane non basta più elencare parole chiave, quali giovani, terzo settore, contemporaneità perché è arrivato il momento di renderle concrete facendole interagire con il territorio e diano efficace risposta alle tante richieste. Questo concorso – ha spiegato Federica Galloni, direttore generale del Mibact – risponde a una visione concreta della Direzione che parte dal territorio e indaga la necessità di coniugare l’architettura con l’esigenza di una migliore qualità dell’ambiente edificato e quindi della vita delle persone”. Giuseppe Cappochin, presidente degli Architetti italiani, ha sottolineato che il concorso è stato promosso grazie all’utilizzo delle procedure telematiche (la piattaforma Concorrimi.it), accorciando così i tempi e “dando un segnale concreto di quanto gli architetti italiani siano indispensabili per migliorare le periferie, innovando i modelli e le tecniche dell’abitare, promuovendo una nuova consapevolezza verso la sostenibilità ecologica ed economica”.

Il concorso era iniziato con una selezione delle aree avvenuta attraverso un bando di manifestazione d’interesse aperto a tutti i Comuni d’Italia, che hanno risposto positivamente partecipando in 140 (58 dal Sud e Isole, 35 dal Centro e 47 dal Nord). A questo punto, trovati i vincitori(ricompensati con un contributo di 10mila euro) per ciascuna delle aree, “i progetti saranno donati ai Comuni – spiegano i promotori – i cui Sindaci hanno assunto in sede di selezione, l’impegno di affidare ai vincitori gli approfondimenti progettuali, affinché possano procedere allo sviluppo e alla realizzazione degli interventi”.

In occasione della Festa dell’Architetto il Cnappc ha raccolto i frutti del concorso promosso con il Mibact, ma ha presentato anche una nuova iniziativa che sarà lanciata entro l’inizio del 2017 insieme a Milanosesto spa e Bizzi & Partners Development, nell’ambito del piano di riqualificazione delle aree Ex Falck nel Comune di Sesto San Giovanni, il cui masterplan porta la firma di Renzo Piano. Il bando è volto alla costruzione di un edificio multipiano di 210mila mq destinato a residenze convenzionate. “Un’iniziativa che rappresenta un momento di crescita della cultura collettiva sui temi dell’architettura e della trasformazione delle aree urbane – ha precisato Cappochin – ma è anche l’occasione per individuare e scegliere i progettisti, stimolando la committenza verso un ruolo attivo nella ricerca del miglioramento della qualità degli interventi pubblici e privati”.

Condividiamo dalla pagina facebook ” Legambiente – circolo di Bollate ” 

Vasche di laminazione del Seveso a Senago Presidio di LEGAMBIENTE -circolo di Bollate 

Domenica 30.10.2016 Ore 11.00

Alla rotonda di via A. De Gasperi a Senago, tra l’iperDi di viale Lombardia e i primi capannoni artigianali senaghesi.


 Come avrete letto dalle cronache giornalistiche ( http://www.ilgiorno.it/rho/cronaca/senago-vasca-esondazioni-legambiente-1.2635624 ) senza che ne sia stato dato risalto negli ultimi giorni, ieri mattina, 28 ottobre 2016, sono iniziati i lavori delle vasche di laminazione del Seveso a Senago.

Un progetto calato dall’alto e condiviso da Ministero, Regione Lombardia, e Comune di Milano.

Un progetto molto invasivo fin dal principio, sul quale in tanti hanno espresso forti perplessità, dato che all’inizio prevedeva una profondità delle vasche maggiore rispetto a quella attuale e che non considerava altre ipotesi se non quella di scavare questi enormi invasi nel suolo agricolo e naturale del parco delle Groane, di fatto quindi, consumandolo.

In questi mesi tanti senaghesi e purtroppo pochi, pochissimi bollatesi, hanno cercato di tenere alta l’attenzione verso questo tema ed opporsi ad una soluzione così drastica, avanzando alternative che sono state dapprima osteggiate, ma poi prese anche in considerazione.

È stato ampliato il primo tratto del canale scolmatore, ma soprattutto è stato pulito il letto del Seveso a Milano e questo ne ha indiscutibilmente facilitato il fluire delle acque nel suo tracciato originario, tant’è che dal luglio 2014 non si sono più verificate altre esondazioni ed altri allagamenti. Al tempo stesso si sono rilevati tantissimi scarichi non a norma ( si leggano i post nel blog dei Cittadini Bollatesi Solidali ) i quali contribuiscono a rendere le acque del Seveso sicuramente non pulite.

Ricordando che lo scolmatore serve a far defluire le acque del Seveso verso il Ticino, e che le vasche di laminazione servono per contenerle nei periodi di piena, rilasciandole poi gradualmente, la criticità che resta ancora (e non è di poco peso) è che sotto la vasca di Senago c’è la falda acquifera di Bollate . 

A conti fatti, nessuno può assicurare con certezza che nel mentre verranno eseguiti i lavori, ma soprattutto poi, nel tempo, non vi saranno contatti tra le acque del Seveso e quelle della falda. 

Per questo motivo, come circolo locale di Legambiente, riteniamo di dover sottolineare la nostra presenza per un momento di presidio atto a rivendicare l’assoluta esigenza che le istituzioni pongano ora la massima attenzione ai lavori che verranno svolti.

Adesso occorre che siano le Amministrazioni Comunali interessate (soprattutto quelle che hanno “latitato” in questo lungo periodo nonostante le promesse pre elettorali) ad assumere un importante ruolo di controllo, attento e vigile, sui lavori e che si preoccupino del poi. Sarà indispensabile infatti garantire fin da ora le risorse finanziarie per una corretta manutenzione futura, perché ormai è risaputo che la falda acquifera bollatese si sta alzando sempre di più, dato che sempre più spesso i bollatesi si ritrovano cantine e box allagati. Occorre altresì che le Amministrazioni Comunali monitorino, informino costantemente e coinvolgano i propri cittadini, rendendoli così davvero partecipi di questo importante tema, che riguarda l’ambiente, ma anche la salute delle persone.


Ci troviamo quindi domenica mattina alle 11.00 davanti alla rotonda di via De Gasperi, tra l’ iperDÌ, in affaccio su viale Lombardia, e i primi capannoni artigianali di Senago. 

Contiamo sulla vostra presenza.


Legambiente – circolo di Bollate

https://www.facebook.com/legambientebollate/

“Seveso, partono i cantieri a Senago. Un anno e mezzo per la prima vasca”

Avendo seguito costantemente la vicenda e  avendone sottolineato. nel mentre, le criticità che emergevano nei vari incontri a cui abbiamo partecipato in questi anni, vi segnaliamo la lettura di questo articolo de ” il Giorno” 

“Lavori al via oggi. Opera da 30 milioni finanziata da Comune e Regione

Milano, 28 ottobre 2016 – Il cronoprogramma inizialmente comunicato non è stato rispettato. I lavori sarebbero dovuti partire nel giugno del 2015, come annunciato dall’allora capo struttura di Palazzo Chigi Erasmo D’Angelis. Tra ritardi e problemi tecnici da risolvere (possibili interferenze tra i lavori e la rete fognaria di Cap Holding), la data è slittata mese dopo mese. Ora ci siamo: stamattina partiranno a Senago i cantieri per la prima vasca anti-piene del Seveso. Un bacino che costerà 30 milioni di euro, di cui 20 investiti dal Comune di Milano e 10 da Regione Lombardia. Un giorno importante soprattutto da un punto di vista simbolico, visto che si attendeva da decenni un intervento del genere per cancellare una volta per tutte il problema delle esondazioni del torrente che viene giù dal Monte Sasso.

Un problema che riguarda in particolare i residenti delle zone Niguarda e Isola, che nel 2014 hanno vissuto il loro annus horribilis: nove straripamenti in pochi mesi. Da allora, la situazione è già migliorata, grazie al potenziamento del Canale scolmatore Nord-ovest e alla tempestività degli interventi dei tecnici Mm in fase di pre-allarme. Serve però un piano articolato di opere per creare un ombrello protettivo a nord di Milano in grado di eliminare definitivamente il rischio alluvioni e mettere in sicurezza le aree storicamente più bersagliate dalla furia del fiume maledetto. E l’invaso di laminazione di Senago – quindici mesi di lavori affidati alla ditta Artifoni – rappresenta solo il primo tassello del puzzle messo insieme dai tecnici dell’Aipo, l’Agenzia interregionale per il bacino del Po incaricata della direzione lavori da Comune e Regione. Gli altri pezzi verranno assacque pubbliche di Roma, ma a inizio luglio il collegio presieduto dal giudice Antonio Segreto ha ritenuto corrette le procedure portate avanti dall’Aipo. Si può finalmente partire con i cantieri tanto attesi.”

“La città metropolitana milanese. Superare i confini amministrativi”

Ricordandovi l’appuntamento odierno, con l’inaugurazione del circolo bollatese di Legambiente, dalle 10.00 alle 12.00 di oggi, domenica 23 ottobre 2016, presso l’azienda agricola del f.lli Rossi, in via dei Dossi 14 a Bollate- anche se pioverà, poiché l’inaugurazione avverrà al coperto- , vogliamo riproporvi un interessante editoriale del Corriere della sera,  di qualche mese fa…

“Sono passati più di vent’anni da quando è stata approvata la legge sull’ordinamento delle autonomie locali che intendeva avviare una riforma istituzionale che includesse la costituzione dei governi metropolitani, quali enti di livello intermedio tra la Regione e il Comune. Come noto i governi metropolitani non sono mai stati costituiti e solo negli ultimi anni si è tornati a parlare di città metropolitana. Nel frattempo le città italiane sono cambiate, si sono diffuse sui territori di estese aree metropolitane sempre più dense di popolazioni, di attività e di servizi. Una ricerca condotta da chi scrive, elaborando i dati di diverse fonti statistiche ufficiali, ha mostrato che nel nostro Paese vi sono otto aree metropolitane, quattro al nord (Torino, Milano, area veneta e Bologna) e due rispettivamente al centro e al sud (Firenze-Roma e Napoli-Bari). Nonostante esse occupino solo un decimo della superficie nazionale, al loro interno si trova un quinto dei comuni e circa il quaranta per cento della popolazione. 

AREA METROPOLITANA SUI GENERIS – Quella di Milano è l’area metropolitana più vasta e popolata del Paese. Si estende da Novara fino a Brescia per centocinquanta chilometri e nei suoi 858 comuni vivono ben sette milioni e mezzo di abitanti. Per come è disegnata dai flussi di mobilità e dalla rete delle attività e dei servizi, l’area metropolitana milanese travalica i confini amministrativi tradizionali. Essa copre solo la fascia centrale della regione lombarda – con esclusione a nord della cintura alpina e prealpina e a sud dei territori del Lodigiano, del Cremonese, del Mantovanoe si estende ad ovest in Piemonte, fino a Novara e a Verbania. D’altra parte anche il nucleo centrale dell’area metropolitana milanese non coincide affatto con la provincia di Milano, ma include gran parte della provincia di Monza e Brianza – Seveso, Meda, Seregno, Vimercate e, ovviamente, Monza – e i comuni della provincia di Varese: Saronno, Castellanza, Busto Arsizio, Gallarate. 

QUASI DUE MILIONI DI PENDOLARI – Per quanto riguarda gli spostamenti, l’Area Milanese è quella caratterizzata dal maggior numero di pendolari (1,8 milioni) con una mobilità che si caratterizza non tanto per una maggiore intensità o lunghezza degli spostamenti quotidiani, quanto per una forte concentrazione nello spazio. Quella di Milano, come le altre aree metropolitane del Paese, è una realtà che ha dato nuova forma, territoriale e sociale, all’Italia urbana che non può più essere governata con le politiche delle attuali città. I fenomeni e le popolazioni che esse devono governare travalicano i loro confini e richiedono la presenza di nuovi organismi atti ad operare sulla vasta scala del territorio metropolitano. Che, a dispetto di quanto indicato nella legge sulle nuove città metropolitane, non coincide con quello delle province ma si estende su quello, ad esse trasversale, in cui si concentrano le popolazioni e le funzioni urbane metropolitane. Non tenerne conto espone al rischio di creare enti che, come gli attuali, non saranno in grado di governare i problemi per la soluzione dei quali essi sono stati creati”.

“Ciò che sembra impossibile, a volte può accadere…”

Segnaliamo questa importante iniziativa che si terrà venerdì 28 ottobre, alle ore 21.00, presso il Cinema-Teatro di Arese, promossa dal Decanato di Bollate, in collaborazione con la Libreria Esodo di Arese.

Ciò che sembra impossibile, a volte può accadere.

La serata che si svolgerà Venerdì 28 ottobre, alle ore 21.00, presso il Cinema-Teatro di Arese ha proprio il sapore dell’evento.

Si incontreranno e dialogheranno fra loro e con il pubblico due testimoni degli “Anni di piombo”: Agnese Moro, figlia dello statista democristiano Aldo Moro, rapito e poi ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978, e Franco Bonisoli che delle BR fece parte.

Entrambi, insieme ad altri parenti delle vittime di quegli anni difficili e ad alcuni ex appartenenti alla lotta armata, sono da qualche anno protagonisti di un percorso di ascolto reciproco, confronto e dialogo.

Sembra appunto impossibile che “vittime” e “responsabili della lotta armata” possano incontrarsi, guardarsi negli occhi, cercare di dirsi le grandi sofferenze che vivono ancora – da una parte la perdita drammatica e violenta di una persona cara che ti segna per sempre la vita, dall’altra gli anni del carcere e la privazione della libertà, il senso di colpa – ; eppure questo “incontro” , parola che è centrale in questa esperienza, accade.

La serata –evento è promossa dal Decanato di Bollate, in collaborazione con la Libreria Esodo di Arese, e ha come fonte importante di ispirazione “Il libro dell’incontro. Vittime e responsabili della lotta armata a confronto” (editrice Il Saggiatore), che raccoglie le voci dei diversi testimoni di questo lungo percorso di “ricomposizione” umana, al di là delle verità storiche e giudiziarie.


Questa iniziativa si inserisce a pieno titolo nell’Anno santo della Misericordia voluto da Papa Francesco perché sarà il racconto di una forte esperienza umana di “ricucitura” di ferite profonde e insieme sarà un appuntamento di grande valore sociale e civile perché permetterà di fare memoria di un pezzo della nostra storia e di capire più da vicino che cos’è la “giustizia ripartiva”, di cui tratterà Anna Cattaneo, presente alla serata.

Agnese Moro nel suo breve soggiorno ad Arese avrà anche la possibilità di visitare il Centro Salesiano, ripercorrendo gli stessi passi che fece suo padre quando partecipò all’inaugurazione della struttura.”
Serata-evento, Venerdì 28 ottobre 2016, ore 21.00, presso Cinema-teatro di Arese.
Si allegano:

  • Locandina

  • Breve scheda presentazione del libro: “L’incontro”

​( comunicato stampa a cura della commissione comunicazione Parrocchia san Martino Bollate) 

Una bella, quanto attesa, notizia …

Come cittadini bollatesi solidali siamo lieti di annunciarvi che a Bollate è tornata ufficialmente LEGAMBIENTEL’ inaugurazione del circolo di Bollate è prevista per domenica prossima, 23 ottobre 2016, dalle ore 10.00 alle 12..00, presso l’azienda agricola del f.lli Rossi, in via dei dossi 14 a Bollate.Sarà una mattinata di festa, durante la quale sarà possibile iscriversi al circolo.

“Mobilità sostenibile, via al bando da 35 milioni di euro”

Leggiamo dal sito di edilportale e segnaliamo…
“Entro il 10 gennaio 2017 i Comuni possono proporre la realizzazione di spazi protetti per gli spostamenti e iniziative di car-sharing e bike-sharing

14/10/2016 – Gli enti locali hanno tempo fino al 10 gennaio 2017 per presentare progetti volti a tesi a incentivare gli spostamenti a piedi o in bicicletta e la condivisione delle auto.

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 ottobre 2016 il bando del Ministero dell’Ambiente che stanzia 35 milioni di euro per il programma sperimentale per la mobilità sostenibile, previsto dal Collegato Ambiente.

 Mobilità sostenibile, i progetti finanziabili

I progetti presentati devono incentivare la mobilità sostenibile attraverso iniziative di piedibus, car-pooling, car-sharing , bike-pooling e bike-sharing volte a ridurre le emissioni climalteranti. Sono inoltre finanziabili i progetti per la realizzazione di percorsi protetti per gli spostamenti, anche collettivi e guidati, tra casa e scuola.

 Ma non solo, perché i progetti devono puntare anche al cambio di mentalità dei cittadini, ad esempio promuovendo uscite didattiche con mezzi sostenibili, programmi di educazione e sicurezza stradale, di riduzione del traffico, dell’inquinamento e della sosta degli autoveicoli in prossimità degli istituti scolastici o delle sedi di lavoro, anche al fine di contrastare problemi derivanti dalla vita sedentaria.

 I programmi possono infine comprendere la cessione a titolo gratuito di buoni mobilità ai lavoratori che usano mezzi di trasporto sostenibili. I progetti saranno cofinanziati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con una percentuale non superiore al 60% del totale dei costi ammissibili.

 Mobilità sostenibile, chi può fare domanda

I progetti devono avere un valore di almeno un milione di euro e devono riguardare un ambito territoriale con popolazione superiore a 100mila abitanti. Possono quindi essere predisposti da uno o più enti locali insieme. Ogni Ente Locale può presentare un solo progetto contenente anche più interventi secondo una logica integrata.

Nella scelta dei progetti da finanziare, sarà data priorità ai Comuni che nei 2015 hanno sforato i limiti di legge per gli inquinanti atmosferici e a quelli che hanno aderito ad accordi territoriali per il contenimento dell’inquinamento atmosferico da fonti mobili.

 Mobilità sostenibile, come fare domanda

I progetti devono essere presentati esclusivamente per via telematica all’indirizzo di posta elettronica certificata programmasperimentale@pec.minambiente.it entro le ore 24.00 del 10 gennaio 2017.”

Noi CBS pensiamo sia una bella occasione per Bollate, in collaborazione con tutti gli altri comuni confinanti : Senago, Novate, Arese, Cormano, Paderno, Garbagnate, Baranzate …. speriamo sia colta 

“People4Soil”, aderire è semplice ed immediato. Fatelo 

Peolpe4Soil
“DIVENTA VOLONTARIO IN DIFESA DEL SUOLO

Sei un blogger professionista, un esperto di social media o semplicemente un assiduo utilizzatore della rete? La natura ha bisogno del tuo aiuto: diventa un Ambasciatore di People 4 Soil!

Pochi sanno che il suolo è la risorsa più importante d’Europa, in quanto è strettamente connesso al benessere umano e alla sostenibilità ambientale. Senza proteggere il suolo sarà impossibile sfamare la popolazione mondiale, fermare la perdita di biodiversità, passare ad un’agricoltura senza sostanze tossiche, mitigare il riscaldamento globale e adattarsi ai cambiamenti climatici!

Questo è il motivo per cui a Settembre 2016 una rete di più di 300 organizzazioni lancerà una Iniziativa dei Cittadini Europei per introdurre una specifica legislazione a tutela del suolo in Europa. Una ICE non è una normale petizione: è lo strumento ufficiale per invitare la Commissione Europea a proporre nuovi atti legislativi. Un’iniziativa deve essere sostenuta da almeno un milione di cittadini europei, e inoltre è richiesto un numero minimo di firme in almeno 7 Stati Membri. Questo difficile obiettivo deve essere raggiunto in 12 mesi, per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto!
Se sei editor di un sito web, se sei attivo sui social network (Facebook, Twitter, Instagram…) e hai molti amici che possono ascoltare i tuoi messaggi in difesa della natura, registrati come “Ambasciatore di People 4 Soil” e compila il questionario che trovi qui sotto! Riceverai il nostro kit del web attivista, e durante la campagna ti invieremo specifici contenuti, articoli inediti e social media post pronti per essere condivisi sul tuo sito, blog o social network.
Aiutaci a dare un diritto al suolo, unisciti a #People4Soil! ” 

Noi CBS abbiamo aderito. 

Per saperne di più, premi qui

Esondazioni storiche tra Ticino e Adda

Interessante report sulle Esondazioni storiche tra Ticino e Adda 

“Sono rappresentate le aree allagate nei seguenti eventi alluvionali:1 – torrenti Seveso e Certesa – esondazione del 27 novembre 2002 (solo t. Seveso; fonte: Autorita di Bacino del fiume Po); esondazioni dell’8 luglio e del 15 novembre 2014 (fonte: rilievo Regione Lombardia con i Comuni oppure perimetrazioni fornite dai Comuni);2 – fiume Lambro – esondazioni del 1947 e del 1951 (fonte: Regione Lombardia – Studio Paoletti); esondazione del 2000 (fonte: Studio Transavio);3 – fiume Olona – esondazione del 1992 (fonte: Magistrato per il Po); esondazione del 12-13 settembre 1995 (fonte: Regione Lombardia);4 – fiumi Adda Sopralacuale e Mera – esondazione del 1987 (fonte: Regione Lombardia, rilievo aereo);5 – fiume Adda Sottolacuale – esondazione del 2002 (fonte: Autorita di Bacino del fiume Po);6 – fiume Ticino – esondazione del 2000 (fonte: Parco del Ticino, rilievo aereo).Per quanto riguarda le aree allagate dei torrenti Seveso e Certesa dell’8 luglio 2014, questo servizio di mappa modifica ed integra quello pubblicato in precedenza (dal 1 10 2014 al 30 9 2015) e denominato “Aree allagate Seveso – 8 luglio 2014”, sulla base di osservazioni e ulteriori segnalazioni formulate dai comuni.”

Qui il link alla pagina del geoportale lombardo

Invito alla lettura (e ad una replica…) 


Riprendiamo una lettera pubblicata recentemente sulle pagine de” il notiziario” , per sottolineare come a Bollate, fortunatamente, non vi siano i soli cittadini bollatesi solidali ad evidenziare criticità nella gestione dei servizi dedicati all’infanzia e alla fasce più giovani della nostra comunità, oltre che alle altre tematiche relative allo sviluppo del nostro territorio, legate al consumo di suolo e all’edificazione di supermercati e centri commerciali .Invitiamo quindi i nostri concittadini a prendere visione dei contenuti della lettera scritta da Marco Balzano, giovane ed autorevole scrittore, che ha fregiato la città intera con il suo recente successo letterario. 

A lui e a tutti i bollatesi andrebbero fornite immediate risposte. È e resta nostra opinione che sia sbagliato procedere ad assumere decisioni così importanti , come quella di chiudere questo tipo di servizi, ancora prima di  averne attivato altri in sostituzione degli stessi, perché la prima domanda, la più scontata, è chiedersi cosa dovranno fare i genitori e i bambini , da qui a gennaio 2017.

Attendendo di poter incontrare l’assessore Leone nei prossimi giorni, e quindi di potervi scrivere le nostre impressioni sulla vicenda “giocotanto”, vi auguriamo una buona lettura e , come di consueto, una serena domenica.

Cittadini Bollatesi Solidali

E dopo le vacanze , si riprende! 


Finite le vacanze è ora di ritornare in pista! …. No, non stiamo parlando del gran premio di Monza, ma ritorniamo a scrivere per segnalare un’interessante iniziativa organizzata dalla ACLI di Novate Milanese, in merito alla riforma costituzionale e al prossimo referendum ad essa collegato.

Nei prossimi giorni faremo il punto sulle tante novità intercorse durante il mese di agosto è più direttamente collegate alla nostra comunità bollatese. 

Dopo il C.A.G. di Ospiate si chiude anche ” Giocotanto”. Che cosa sta succedendo? 

Dalle cronache giornalistiche locali di qualche giorno fa  l’Assessore alla Politiche educative  di Bollate, Salvatore Leone,  fa sapere ai bollatesi che: “Abbiamo avvertito la necessità e l’urgenza di scegliere prioritariamente ambiti di competenza istituzionale, di gestire il personale sulla base delle risorse e delle leggi che il Governo impone, ipotizzare nuovi servizi coerenti con la funzione di servizio di pubblica utilità. L’obiettivo è un utilizzo responsabile delle risorse pubbliche, e la precisa definizione degli ambiti d’intervento, anche rivolgendosi al libero mercato (o alle aziende in house) per la scelta di operatori qualificati”.

A fronte di questa nuova linea strategica, l’Amministrazione comunale di Bollate ha deciso di sospendere fino a fine anno il servizio Giocotanto, con le sue peculiari ed apprezzate attività. “Si perseguirà comunque – precisa l’Assessore – con realismo, determinazione e perseveranza, l’obiettivo di una prossima riapertura, secondo un’ipotesi educativa ed organizzativa rinnovata e potenziata”. E il riavvio delle attività potrà essere ipotizzato per il prossimo gennaio 2017.

Le ragioni della chiusura, che si spera solo momentanea, di Giocotanto, sono da attribuire esclusivamente a motivazioni di carattere economico e normativo, che hanno inciso sulla riorganizzazione complessiva del personale destinato ai servizi prima infanzia.

“Il nuovo avvio del servizio – conclude l’Assessore Leone – terrà conto delle positive esperienze maturate da Giocotanto. L’idea è di mantenerlo come uno spazio educativo finalizzato allo sviluppo del bambino, con l’eventuale possibilità di utilizzarlo per la creazione di un nuovo spazio di confronto e di attività strutturate per le famiglie”


A commento di quanto sopra, noi Cittadini Bollatesi Solidali, al solito, dopo aver letto e riletto il comunicato stampa sopra riportato,  ci siamo confrontati e abbIamo fatto sintesi delle nostre impressioni: l’unica cosa chiara del comunicato, a nostro parere, è che questo servizio viene chiuso. Tutto il resto è fumoso e rimandato ad un futuro ancora lontano.

 Non è, ahi noi, la prima volta che l’Amministrazione  comunale procede in questo modo: a fine dicembre 2015, infatti, è stato chiuso il Centro di Aggregazione Giovanile (CAG) di Ospiate,  rivolto ai preadolescenti, ora si sospende Giocotanto dedicato ai bambini della prima infanzia e alle loro famiglie. E’ mai possibile che un’Amministrazione di centrosinistra tagli servizi educativi e sociali come se nulla fosse, adducendo motivi economici e normativi, senza specificare niente di più? Non è in questione la facoltà legittima di chi governa la città di rivedere e ribaltare, se lo ritiene opportuno e migliorativo, servizi di sua competenza, ma insieme presenti un progetto alternativo chiaro, sostenibile, qualificato. Altrimenti la notizia è che un servizio di lungo corso ed apprezzato cessa e poi… poi si vedrà. L’assessore Leone qualche settimana fa ha rilasciato un’intervista nella quale parlava della “città a misura di bambin”. L’intenzione è bella e interessante; è un punto di vista diverso e particolare con il quale guardare alla nostra Bollate e alle sue tante problematiche. Bene, ma poi si parte con la chiusura, pardon, “sospensione” di Giocotanto. Qualcosa non torna. L’assessore Leone “tiri fuori gli artigli” e difenda con forza i tanti e qualificati servizi per i più giovani che Bollate offre; ne aggiunga di nuovi. Basta con la manfrina dei “motivi economici”. Attendiamo allora con fiducia di vedere finalmente un progetto alternativo o comunque diverso, se per ora siamo fermi a tolgo questo e quello.

Noi CBS , nel frattempo e sempre con fiducia,  desiderosi di volerne capire di più, attendiamo anche un riscontro positivo alla nostra richiesta di un incontro con l’assessore Leone, inviata al suo indirizzo di posta istituzionale. 

Una di quelle notizie che ti lasciano l’amaro in bocca…

Dalle cronache odierne de ” il Giorno”, apprendiamo di una triste notizia: ” Cusano, moria di pesci nel Seveso inquinato“. Noi CBS a questo punto ci chiediamo se, accertate le responsabilità, qualcuno pagherà il danno ambientale registrato, oppure tutto finirà in una bolla di sapone, anche se qui temiamo qualcosa di molto peggio.

Soprattutto ci chiediamo se vi sia ancora qualche pur flebile margine per veder convogliare le risorse destinate alla ormai prossima realizzazione delle vasche di laminazione di Senago (sopra la falda acquifera bollatese, ricordiamolo) verso un pieno disinquinamento del fiume.
Ancora una volta e nonostante tutto, confidiamo in saggezza e verità, le stesse che ci hanno visto dalla parte giusta quando è stato il momento di chiedere, come semplici cittadini e al fianco dei senaghesi, tra le tante cose e in alternativa alla loro non realizzazione, la riduzione della profondita delle vasche, stante il progressivo innalzamento della falda e una corretta ed immediata pulizia del corso del fiume da prevedibili ostruzioni.

Dice un detto che “chi mal comincia, mal finisce”, ed è noto che i detti popolari portino con sé sempre qualcosa di saggio e vero. Noi vorremmo suggerire anche che chi mai comincia, mai finirà.

L’argomento farà sicuramente discutere nelle prossime settimane e, nel merito, siamo contenti che a Bollate si sia dato avvio al nuovo circolo locale di Legambiente, perche è in questo tipo di problematiche che deve emergere l’impegno attivo e la piena “partecipazione popolare” dei cittadini che hanno a cuore l’ambiente in cui vivono.

Per non dimenticare….

Il 19 luglio 1992, per mano della mafia, hanno perso la vita il magistrato Paolo Borsellino e 5 agenti della sua scorta.I CBS apprezzano e condividono il gesto dell’amministrazione comunale di Bollate, che ieri sera, 18 luglio 2016, ne ha ricordato  l’anniversario con l’installazione di una foto, all’ingresso del Municipio. La foto ritrae il magistrato e l’amico collega Giovanni Falcone, simbolo della volontà della città di non dimenticare e dell’impegno a contrastare la violenza mafiosa, in ogni sua forma. 

ZTL ESPERIMENTO CONCLUSO


La stampa locale ci ha recentemente fornito un utile resoconto in merito alla situazione determinatasi dopo l’attivazione della ZTL nel territorio cittadino.
Consideriamo innanzitutto opportuno stendere un pietoso e robusto velo di silenzio sulle procedure preliminari con le quali si è arrivati ad avviare la messa in opera di tale iniziativa. Sotto questo profilo la cronaca locale è stata ricca di particolari, per cui, ritenendo l’opinione pubblica sufficientemente informata, possiamo esimerci dal ricordare i molti aspetti di confusione e di approssimazione a cui abbiamo assistito nell’approccio a tale problematica.

Ciò detto vogliamo però sviluppare qualche considerazione in merito a quello che sta succedendo.

Dopo due settimane dall’entrata in vigore della ZTL, che si afferma, ancora in fase di sperimentazione, risulta agli occhi di ogni osservatore una situazione che dichiarare “disastrosa” comporta l’uso di un benevolo eufemismo.

Nelle due ore mattutine di divieto di transito per i veicoli provenienti dall’esterno di Bollate, e non autorizzati, si è comunque registrato un passaggio di alcune migliaia di veicoli all’interno della ZTL. La cronaca valuta che verranno emesse una valanga di sanzioni pecuniarie che supereranno i due milioni di euro a carico dei trasgressori. Presumibilmente molti automobilisti “pendolari ed abitudinari” saranno incorsi più volte nella medesima infrazione in diverse giornate, collezionando numerose contravvenzioni che verranno notificate nell’arco dei prossimi due/tre mesi. Quando a settembre saremo tornati tutti dalle ferie, quali saranno le reazioni, non certo di entusiasmo, di quegli utenti che si saranno visti recapitare pacchetti di contravvenzioni? A tale ondata di malumore e proteste come reggerà l’Amministrazione comunale bollatese? Quale sarà l’ulteriore livello di scollamento tra i cittadini, che si sentiranno sempre più vessati, e le Istituzioni?

Ma anche per i cittadini bollatesi l’entrata in vigore della ZTL non ha comportato le stesse conseguenze; infatti mentre il traffico veicolare all’interno della ZTL è effettivamente diminuito, ne è testimone il calo di attività degli esercizi commerciali, come denunciato dalle loro rappresentanze di categoria, chi ne ha subito il contraccolpo negativo sono gli abitanti delle frazioni ed i particolare i cassinanovesi che, visto che i veicoli in circolazione non sono miracolosamente spariti, si sono trovati le loro strade intasate come non mai. A settembre con la ripresa del traffico scolastico cosa succederà?

Nel frattempo c’è chi si trastulla pensando all’organizzazione di un referendum pro o contro il mantenimento della ZTL. Costoro non si sono ancora resi conto che sarebbe invece più utile ma anche doverosa una piena assunzione di responsabilità politica da parte dell’Amministrazione comunale che, a fronte del periodo di sperimentazione fino ad oggi effettuato, e a fronte degli esiti nefasti registrati, assumesse la decisione di abolire subito questa ZTL e contestualmente si attivasse per individuare le possibili varianti viabilistiche utili ad alleggerire il traffico nei centri abitati. Vogliamo precisare che noi non siamo pregiudizialmente contrari alla ZTL come modalità di preservazione del centro cittadino e sua valorizzazione, ma non vediamo in questa versione di ZTL, tipicamente bollatese, nessuno dei vantaggi e viceversa molte problematicità che andrebbero affrontate e risolte da chi amministra la città.

Dal nostro punto di vista proviamo a proporre alcuni punti di riflessione come ad esempio l’eliminazione dell’accesso e della sosta dei veicoli in piazza C. Marx, la realizzazione dell’ampliamento del parcheggio di interscambio FNM a Traversagna (Stazione di Bollate Nord) ed il completamento della SP 119 utile sia alla viabilità di Cassina Nuova che di Senago. In particolare relativamente a quest’ultima opera ricordiamo che il Sindaco di Senago lamenta da otre tre anni di essere stato lasciato in splendida solitudine a porre la questione agli Enti preposti.

Crediamo invece che sia assolutamente necessario unire le nostre richieste e coinvolgere adeguatamente la Città Metropolitana e la Regione per la soluzione dei problemi esposti.

Cittadini Bollatesi Solidali

Il dopo Expo e il voto di domenica prossima a Milano

Domenica prossima, 19 giugno 2016,  in occasione del ballottaggio per l’elezione del nuovo Sindaco di Milano, da bollatesi, seppur inclusi in ” città metropolitana”, non potremo votare ma,  trovandoci ad un paio di chilometri dall’area Expo, sentiamo di poter condividere le osservazioni e le indicazioni contenute in questo interessante  post di Emilio Battisti

Buon voto ai milanesi 

Incontro con la Presidente regionale di Legambiente Lombardia, a Bollate, mercoledì 15 giugno alle ore 21.00

Siamo felici di comunicare che mercoledì 15 giugno, alle ore 21.00, presso la saletta del circolo Nuova Luce, in via Veneto 22, sarà possibile conoscere la Presidente regionale di, LEGAMBIENTE ,Barbara Meggetto, che ci aggiornerà sulle tante loro iniziative e con la quale sarà possibile discutere anche delle principali problematiche del nostro territorio. Invitiamo la cittadinanza a partecipare alla serata, durante la quale verrà proposto di costituire un nuovo circolo di Legambiente bollatese. 

https://www.facebook.com/events/230889817297253/?ti=icl

Rettifica al nostro post di ieri 05.06.2016 : “Sindaco Palestra, non perdiamo un’altra occasione utile per rilanciare il borgo di Castellazzo.”

Rettifica al nostro precedente post di ieri 05.06.2016 Sindaco Palestra, non perdiamo un’altra occasione utile per rilanciare il borgo di Castellazzo.

Bollate 06.06.2016 

Comunichiamo che nel primo post pubblicato domenica 5 giugno , vi era inserita un’immagine errata (ora corretta) perché il post era stato redatto già giorni fa, quando ancora non era on line il testo del protocollo d’intesa, evidentemente già conosciuto nei dettagli dagli “addetti ai lavori”, ma non dai normali cittadini. Il post quindi traeva considerazioni da quanto veniva appreso leggendo le notizie che si erano raccolte via via nel web, ed era rimasto inserito nel nostro blog come bozza non visibile al pubblico, poi non correttamente aggiornato prima di essere reso pubblico dal nostro webmaster. Vi è quindi stato un problema interno di comunicazione tra chi si è occupato di scrivere il post e chi si occupa della parte di gestione ” tecnica” del nostro spazio web. 

L’area ceduta da Bollate è ad ovest della via Monviso,  compresa tra la via Monviso e una porzione già inserita nel complesso sportivo aresino 

Ovviamente ci scusiamo dell’imprecisione e ci ripromettiamo di migliorare nel tempo, anche sotto questi aspetti. 

Il nostro scopo, come cittadini bollatesi solidali, era ed é quello di affermare l’esigenza di trovare miglioramenti possibili a tutela del borgo e della villa di Castellazzo, che consideriamo, a tutti gli effetti, bene di valenza sovracomunale e non solo bollatese. 

Grazie per leggerci e grazie a chi ha fatto rilevare l’errore

Sindaco Palestra, non perdiamo un’altra occasione utile per rilanciare il borgo di Castellazzo.

tav.3 “Vincoli monumentali ed ambientali” , documento di piano del PGT di Bollate

Dalle cronache giornalistiche di queste ultime settimane abbiamo appreso che i Comuni di Bollate ed Arese hanno firmato un protocollo di intesa in base al quale si arriverà ad una modifica dei confini dei rispettivi territori.Le aree oggetto di scambio sono, attualmente, in parte agricole e/o a suolo libero o naturale.
Tra le varie disposizioni contenute nel protocollo, a noi cittadini bollatesi solidali preme porre attenzione a 2 aree in particolare

La zona delle aree oggetto di scambio tra i comuni

 Quella che verrà ceduta da Bollate, quasi il doppio di quella ricevuta da Arese, si trova ad ovest del tracciato della s.p. 33 Varesina, compresa tra questa e la via Monviso . La zona risulta facilmente riconoscibile essendo ancora caratterizzata dalla presenza di un vecchio manufatto agricolo , gradualmente abbandonato nel corso di questi ultimi anni, e perché si trova davanti alla bollatese e storica cascina Scessa.

Fotografia della cascina Scessa, tratta da “G.B. Sordelli e E.Zoia, “Castellazzo: parrocchia e borgo” ,a cura della Parrocchia S. Guglielmo di Castellazzo, 2014, pag. 5 

lLa zona delle aree scambiate, vista da nord ovest. sullo sfondo cascina Scessa, l’area ceduta da Arese e , a destra, la via Monviso, che costeggia ilncentro sportivo aresino
 

Quella che verrà ceduta da Arese è invece un po’ più a sud della cascina ed è ricadente nel Parco delle Groane, ad est del tracciato della s.p. 33 Varesina, compresa tra l’imbocco della via Milano che conduce al borgo di Castellazzo e la Varesina stessa , fino all’incrocio con viale Monte Resegone, dove, ormai da anni , è prevista la realizzazione di una rotonda stradale che migliorerà i problemi viabilistici della zona, anche tramite il coinvolgimento di “città metropolitana” 

L’area ceduta da Arese, con il punto in cui verrà realizzata la rotonda e cascina Scessa sullo sfondo, vista dalla s.p. 33 Varesina, provenendo da Milano

 

A prescindere dalle polemiche lette nelle cronache giornalistiche aresine, a noi cittadini bollatesi solidali, spiace osservare che a Bollate, degli sviluppi di questa vicenda, non ne abbia discusso alcuno. Spiace osservare che non vi sia stata cura nell’informare, comunque e in anticipo, i cittadini di questa scelta da parte delle amministrazioni comunali interessate e, in modo particolare, dalla giunta VassalloDa bollatesi, e non per mera faziosa partigianeria, avremmo voluto far osservare che l’area che verrà ceduta dalla nostra città, potrebbe essere strategica ed utile alla valorizzazione del borgo di Castellazzo, bene che riteniamo essere di importanza sovracomunale, del suo potenziale riuso funzionale e recupero dell’ edificato storico a ridosso della villa Arconati.


Fotografia tratta da “G.B. Sordelli e E.Zoia, “Castellazzo: parrocchia e borgo” ,a cura della Parrocchia S. Guglielmo di Castellazzo, 2014, pag. 124


Nell’ immediato, per esempio e cosa non da poco, l’area che verrà ceduta da Bollate potrebbe essere utilizzata anche per sostituire il “parcheggio” temporaneo che tutti gli anni viene ricavato sul prato adiacente alla villa , per le manifestazioni dei fine settimana o i concerti estivi. Prato sul quale, purtroppo, non vi è alcun accorgimento tecnico che raccolga eventuali reflui delle auto, con il rischio di inquinare il sottosuolo. 

L’ingresso del “wedding parking”, davanti alla villa Arconati
 

Auto parcheggiate a ridosso della villa


Spiace quindi veder perdere da parte del comune di Bollate un’occasione utile per rendersi protagonista e fare qualcosa di positivo per il borgo e per il nostro territorio e, amaramente, non ci resta che confidare su scelte più avvedute da parte dell’amministrazione aresina, dato che il sindaco, Michela Palestra, è anche Consigliere delegato ai Servizi di Rete ai Comuni per i si turistico-culturali e bibliotecari e al Parco Agricolo Sud Milano. 

Provvedere a realizzare un parcheggio nella nuova area aresina, con soluzione a prato duro per esempio, e comunque con tutti i doverosi accorgimenti tecnici atti a non disperdere acque e reflui nel sottosuolo, contribuirebbe a limitare ulteriore consumo di suolo e darebbe la possibilità ai turisti e fruitori del borgo di Castellazzo e del Parco delle Groane, di trovare un comodo punto di arrivo in cui lasciare le proprie auto e di raggiungerli a piedi, con 10 minuti di camminata , o in bicicletta. Questa nuova configurazione potrebbe tornare utile anche alle strutture del ” centro della socialità ” (campo sportivo e nuova biblioteca di Arese ), ma anche del mercato comunale di Arese. 

Il come attraversare la Varesina non ci pare essere un problema irrisolvibile, anche in relazione ai previsti lavori di adeguamento viabilistico della zona e, magari, anche diversificando i flussi, accedendo da cascina Scessa che ci risulta essere in progressiva via di dismissione, pensando ad apposita convenzione da stabilirsi con la proprietà ed utilizzando la rete di percorsi pedonali e ciclabili, già esistenti nei campi.

Ogni valutazione e decisione sul futuro assetto della nuova area aresina, a nostro avviso, non può prescindere da oggettive valutazioni rispetto alla preesistenza ed emergenza del borgo di Castellazzo che, lo ripetiamo, non può ritenersi di sola valenza comunale , ma deve diventare un caposaldo di tutto il nord ovest milanese.”.  

Buona festa della Repubblica 

Oggi a Bollate è stata una bella giornata. In piazza Aldo Moro si è ricordato il 70* della nascita della Repubblica e poi , a Castellazzo, si è posta una targa a ricordo del bel film ” Il sole sorge ancora“, girato nel 1946 nel borgo, con gli abitanti dell’epoca come comparse.


 cittadini bollatesi solidali si augurano che questo sia di buon auspicio per un prossimo riuso del borgo.

Buona festa della Repubblica

Consumo di suolo, centri commerciali e vasche di laminazione del Seveso a Senago: importanti novità.

La Camera approva le norme per limitare il consumo di suolo

È notizia di questi ultimi giorni, ed è destinata ad animare il dibattito politico: “Via libera in prima lettura alla Camera a disegno di legge sul consumo di suolo, ora si passa al Senato.”

Nel sito dell’INU ( Istituto Nazionale di Urbanistica” ) potete trovare ” Le misure principali contenute nel testo. Gli articoli del Sole 24 Ore, l’Unità, il manifesto, il commento della relatrice Chiara Braga e l’intervista al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina”

Noi cittadini bollatesi solidali pensiamo che sia importante tenere in considerazione l ‘evoluzione del disegno di legge citato, anche per le inevitabili considerazioni che potrebbero nascere, attorno al consumo di suolo, già più volte argomentato in questo blog, analizzando il contesto locale bollatese e le sue prospettive evolutive in termini di trasformazioni territoriali.

Segnaliamo un’altra interessante notizia sul fronte dell’ormai noto tema delle strutture di vendita e dei centri commerciali , già realizzati o previsti a Bollate e dintorni

“Renzo Piano, il celebre architetto italiano di fama internazionale, abbandona il progetto di recupero delle ex aree Falck di Sesto San Giovanni. E si fa più concreto l’ingresso di investitori arabi nella società MilanoSesto di Davide Bizzi, proprietaria dei terreni. In una intervista al quotidiano Corriere della Sera, Renzo Piano ammette di non essere più il progettista del recupero dell’area, e non nasconde una certa amarezza e preoccupazione per un futuro fatto di centro commerciale.

Mentre , in merito alle vasche di laminazione del Seveso, previste a Senago, al confine con Bollate,  segnaliamo questa lettura reperita nel web e questa iniziativa del movimento 5 stelle di Senago.

Appello all’Amministrazione Comunale di Bollate: si esprima solidarietà al Sindaco di Licata

I cittadini bollatesi solidali, alla luce di quanto sta accadendo in queste ore in Sicilia, non avendo una loro rappresentanza diretta in Consiglio Comunale, chiedono all’Amministrazione Comunale bollatese e a tutta la politica locale, di far sentire la solidarietà e vicinanza dei bollatesi al Sindaco di Licata, ancora oggi vittima di gravissime intimidazioni. In questi casi non può esistere distanza fisica che lo impedisca, anche  perché l’articolo 9 della Costituzione recita ancora oggi che “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” ,  cioè “dice l’essenziale con poche parole semplici e solenni. La frase si regge sul verbo “tutelare”, così pregno di civiltà storica e di responsabilità per l’avvenire”. (Cit. Walter Tocci – Senatore del Partito Democratico)

Rapporto nazionale pesticidi nelle acque. Dati 2013-2014 Edizione 2016

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“L’ISPRA realizza il rapporto nazionale sulla presenza di pesticidi nelle acque nelle acque al fine di fornire su base regolare le informazioni sulla qualità della risorsa idrica in relazione ai rischi di tali sostanze. Il rapporto è il risultato di una complessa attività che coinvolge le Regioni e le Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, che effettuano le indagini sul territorio e trasmettono i dati all’ISPRA, che a sua volta svolge un compito di indirizzo tecnico-scientifico e valutazione delle informazioni. Il rapporto presenta i risultati del monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque superficiali e sotterrane svolto negli anni 2013-2014; i risultati nel dettaglio regionale sono esaminati nella seconda parte del rapporto. Oltre ai dati statistici sulla presenza di pesticidi nelle acque, in termini di frequenza di ritrovamento e distribuzione delle concentrazioni, sono valutati i livelli di contaminazione ottenuti per confronto con i limiti di qualità ambientale stabiliti a livello europeo e nazionale. Il rapporto esamina le situazioni più critiche di contaminazione, dovute alla presenza di specifiche sostanze. Analizza l’evoluzione della contaminazione sulla base dei dati raccolti a partire dal 2003. Viene esplorata inoltre la presenza di miscele di sostanze nei campioni, che danno origine al fenomeno della poliesposizione. Il Rapporto include una breve trattazione sull’evoluzione storica dei pesticidi in relazione alla loro modalità di azione e utilizzo. Illustra inoltre le possibili vie di esposizione dell’uomo ai pesticidi, attraverso l’ambiente”.

Bollate viene menzionata a pag. 44 della Seconda parte (regionale) (pdf – 22 Mb) e i livelli di contaminazione delle sue acque sotterranee risultano superiori ai limiti

Buon 1° Maggio

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(Il quarto statoattenzione, quello vero  è un dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo)

I membri del nostro gruppo augurano a tutti i cittadini bollatesi – ma non solo – di trascorrere un buon 1° maggio. Nel farlo, vogliono proporre una veloce raccolta di articoli e contributi audio e video inerenti la festa del lavoro ed una serie di questioni ad esso strettamente connesse.

Non si ha la pretesa di aver fatto una selezione completa ed esaustiva ma, riprendendo queste informazioni direttamente dalle loro fonti, si spera di poter contribuire ad informare e sensibilizzare per porre attenzione alle dinamiche in atto, sia positive che critiche, sia a livello nazionale che locale, quindi metropolitano e bollatese.

Cittadini Bollatesi Solidali

FESTA DEL LAVORO

PENSIONI

OCCUPAZIONE E FORMAZIONE GIOVANILI (E NON SOLO)

Nota:  Bollate, al momento, non fa più parte di AFOL, poiché ne è uscita per volontà della precedente Amministrazione Comunale (05/12/2012)  . I CBS si augurano che vi si possa rientrare al più presto.

IL DOPO EXPO

 

Nota: noi CBS, in merito all’argomento “Dopo Expo” , avevamo già fatto osservare che

LA TASSAZIONE DEL LAVORO A BOLLATE

  • Come riportato in un articolo a pagina 49 de “il Notiziario” del 29 aprile 2016, a firma di Piero Uboldi , e a cui si rimanda per i dovuti approfondimenti , Bollate “ … è il comune che in assoluto ha tassa rifiuti [Tari] più alta di tutti (anche di Milano) per i capannoni, alta addirittura il triplo della media dei 100 comuni analizzati. Come a dire che chi vuole portare lavoro a Bollate se ne pente amaramente quando paga la tassa rifiuti … Anche per gli uffici Bollate è carissima, ma in questo caso è al 5° posto, con una tassa che è poco meno del doppio della media … Per l’Imu…Bollate [è] nella media … per i capannoni e sotto la media per gli uffici, mentre per la Tasi [è] sopra la media, attorno alla 25a posizione. Bollate primeggia anche nell’addizionale Irpef, trovandosi nella fascia più alta…. Assolombarda fa poi una sintesi dei dati, sommando le varie le varie tasse (escluse addizionale Irpef e oneri di urbanizzazione) ed è qui che emerge il dato più brutto: Bollate è il comune che (a parte Milano) tassa di più in assoluto i capannoni industriali … Per quanto riguarda gli uffici, Bollate è attorno alla 20a posizione … per le tasse su chi vuole costruire un capannone nuovo e  … uffici nuovi …  Bollate è attorno al 20° posto… E, analizzando i dati complessivi (capannoni + uffici ) degli ultimi 4 anni (dal 2012 al 2015) Assolombarda dice che a Bollate la situazione è molto peggiorata (prima era 14° su 100 comuni adesso è 8° come tassazione complessiva… Insomma se volete spostare la vostra attività non andate a Bollate”.

Nota: I CBS, chiaramente, si augurano che l’attuale Amministrazione Comunale possa porre rimedio alle problematiche esposte in questo ultimo punto, e che possa farlo al più presto possibile.

Le promesse vanno sempre mantenute

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In data 8 aprile 2016, avevamo appreso dalle pagine de “il Notiziario” che l’inaugurazione dell’iniziativa “MURO DEI SORRISI, pensata per dare una risposta al fenomeno del bullismo, aveva dovuto registrare uno slittamento, a causa di un minor afflusso delle adesioni previste di cittadini bollatesi disposti a dedicare un po’ del loro tempo per prestare il proprio volto alla realizzazione dei calchi in gesso, da collocarsi su un muro in Cantun Sciatin, nei pressi della sede del Comune di Bollate.

Anche noi eravamo convinti che l’obiettivo dei 150 calchi potesse concretizzarsi facilmente ma, appresi i fatti, abbiamo ritenuto fosse necessario fare la nostra parte e collaborare al raggiungimento dell’obiettivo prefissato. Per questo motivo, tramite facebook, abbiamo chiesto e prontamente ottenuto una proroga di tempo dall’Amministrazione Comunale, che ci ha fatti mettere in contatto con l’artista che si occupa della realizzazione dell’opera.

Oggi siamo lieti di comunicare che anche 15 membri del nostro gruppo, i CBS, oltre ad altri nostri concittadini che hanno saputo dell’ulteriore proroga dell’inaugurazione, hanno prestato il loro volto, contribuendo ad aumentare il numero dei calchi, che comunque era inferiore rispetto a quello (140 calchi) che veniva riportato come raggiunto nell’articolo del giornale.

Il bullismo è uno dei fenomeni sociali più trattati nelle cronache giornalistiche più attuali e, purtroppo, non ha risparmiato neppure la nostra città. Ecco perché le energie devono agire necessariamente all’unisono, con lo scopo di parlarne e definire eventuali strumenti conoscitivi e pratici, utili a debellarlo.

Pensiamo che davanti ad iniziative come quella di cui stiamo scrivendo sia riduttivo e deleterio decidere di parteciparvi in base a chi organizza, magari con la preoccupazione di portargli consenso.

Davanti a questo tipo di problematiche non si può e non si deve mai restare indifferenti, ed è per questo che invitiamo tutti i bollatesi ad informarsi e a partecipare all’inaugurazione del “muro dei sorrisi” che si terrà a breve, nelle prossime settimane.

Anche il solo esserci e presenziare all’evento, aiuterà a valorizzare lo sforzo di tutti e ad aumentare il senso di appartenenza di ciascuno di noi alla nostra comunità.

Se poi, come ulteriore favore, l’Amministrazione Comunale, qualora non lo abbia già pensato, decidesse di fornire un pannello, qualche pennarello e dei post it su cui poter disegnare un sorriso o lasciare un pensiero, siamo certi che l’evento sarà più partecipato e che tutto servirà, ancora più efficacemente, a far sentire la nostra solidarietà a chi, purtroppo, spesso nel silenzio e nella solitudine è vittima di questo angustioso male sociale.

Cittadini Bollatesi Solidali

Ospedale di Bollate: una petizione popolare per sopperire al calvario della politica

img_0723Accogliamo con favore l’iniziativa promossa da alcuni nostri concittadini e rilanciata dalle pagine de “il Notiziario” del 22.04.2016 *
Lo facciamo convinti che ad una città di oltre 36. 000 abitanti debba essere comunque garantita la dignità che le spetta.

Lo facciamo, soprattutto, tenendo ben conto e condividendo quanto riportato dallo stesso giornale in un articolo pubblicato in data 15.04.2016, dove si è affermato che “… la politica bollatese non sa incidere…”

Il testo integrale della petizione è reperibile su ” il Notiziario” in edicola questa settimana, o sulla petizione stessa, che può essere consultata e sottoscritta in tutte le edicole cittadine.

Cittadini Bollatesi Solidali

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* : ” I cittadini bollatesi sono decisamente arrabbiati poiché stanno assistendo allo svuotamento del loro ospedale, alla fine dell’assistenza sanitaria a Bollate: lo scorso novembre l’azienda ospedaliera, dopo aver avviato la chiusura di tutti i reparti di degenza dell’ospedale, fece una solenne promessa nell’assemblea pubblica in biblioteca: che avrebbe allestito un vero Day Hospital, elencando una lunga serie di ambulatori, oltre al Punto di Primo soccorso che sarebbe rimasto aperto, come chiesto a gran voce dai cittadini.

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Adesso si scopre che il “Punto di Primo soccorso” chiuderà a giugno e stanno chiudendo anche quasi tutti gli ambulatori e la Tac se ne va.

Una beffa e un’offesa per i cittadini bollatesi, ma anche novatesi e baranzatesi, che utilizzano gli ambulatori dell’ospedale di Bollate: non si vuole mantenere la promessa pubblica.

Ma la politica oggi, che già non gode della stima di molti cittadini, non può permettersi il lusso di non mantenere le promesse pubbliche.

Per questo a Bollate proprio in questi giorni è partita una grossa raccolta di firme, un’iniziativa estranea a qualunque partito politico, promossa da cittadini che ci tengono all’ospedale (primo firmatario è l’ingegner Roberto Albertini, storico presidente dell’Asilo Maria, uomo coraggioso che non si tira indietro di fronte alla necessità di salvare almeno gli ambulatori dell’ospedale).

La raccolta di firme non chiede la luna, chiede solo che si mantengano le promesse fatte e cioè che a Bollate si creino TUTTI gli ambulatori che furono promessi nell’assemblea di novembre, magari aggiungendone qualcun altro. Perchè la gente è stanca di promesse infondate, perché un soggetto pubblico non può fare false promesse. E si chiede che rimanga aperto il Punto di primo soccorso che, se ha alle spalle un vero Day Hospital, diventa efficiente e utile per migliaia di persone.

Per firmare la “petizione popolare” basta recarsi con un documento d’identità in qualunque edicola di Bollate e frazioni: tutti gli edicolanti (tutti!), di fronte alla necessità di salvare la nostra sanità, si sono resi disponibili a raccogliere le firme.

Albertini ci ha messo la faccia, con lui molti altri personaggi noti di Bollate hanno accettato di essere nel gruppo dei primi firmatari (potete leggere i loro nomi sul Notiziario in edicola e online da domani). Ora non resta che dare tutti una mano apponendo una firma.

Trovate il testo della petizione e tutti i dettagli della vicenda sul Notiziario in edicola da domani, venerdì 22 aprile”.

Profughi a Bollate? Con un progetto serio di accoglienza si può.

 

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La notizia ha riempito le prime pagine dei giornali locali e nazionali di qualche giorno fa: centinaia di profughi sistemati al confine di Bollate nell’area Expo. Subito si è scatenata la protesta e la preoccupazione dei politici e dei cittadini, ora rientrata perché gli immigrati sono stati spostati altrove.Tutti sappiamo che questo è un modo di operare che segue la logica dell’emergenza piuttosto che quella del governo del problema. Cosa fare allora? Come muoversi?

Il fenomeno migratorio è ormai un dato di fatto del nostro tempo e dei nostri territori. Se non si parte da questa consapevolezza non riusciremo mai ad affrontare adeguatamente il problema (che è in realtà insieme anche una risorsa) né come Europa, né come Italia e nemmeno come città di Bollate. Sentiamo spesso dire, a ragione, che bisogna passare dalla fase dell’emergenza alla fase del governo del fenomeno migratorio; perciò occorre per quanto possibile preparare, programmare e gestire al meglio tutti gli aspetti che riguardano l’accoglienza, l’inserimento e l’integrazione di tante persone che fuggono da guerre, miseria, catastrofi naturali, regimi politici autoritari. Non è nostra intenzione affrontare in questo contributo di riflessione il problema dell’immigrazione in quanto tale, né tanto meno inseguire facili slogan che alzano polveroni mediatici ma non costruiscono nulla. Proviamo piuttosto ad avanzare una proposta politico-amministrativa, che non vuole essere originale, e di fatto non lo è – esperienze simili sono già in corso anche in Italia – ma concreta, percorribile e in linea con l’obiettivo di governare il fenomeno migratorio.

Per non rincorrere la situazione e trovarsi inevitabilmente impreparati a gestire domani l’accoglienza improvvisa e numerosa di immigrati, pensiamo che la nostra città oggi possa perseguire l’obiettivo di creare le condizioni per privilegiare l’accoglienza diffusa dei migranti nel territorio. Come? Innanzitutto bisogna censire gli appartamenti sfitti presenti in città e proporre ai proprietari di metterli a disposizione per accogliere nuclei familiari di immigrati/profughi. Certo la Prefettura e il Comune devono farsi garanti di una serie di aspetti: l’affitto/convenzione d’uso e forme di incentivo (es. sgravi su tasse locali). Pensiamo, poi, sia utile e funzionale che nella gestione effettiva dei nuclei familiari accolti siano coinvolti direttamente associazioni del settore, che in modo più agile e puntuale sanno farsi carico delle problematiche inerenti il fenomeno migratorio. Al Comune in particolare, a nostro parere, spetterebbe un ruolo di supervisione e regia dell’azione nel suo complesso, promuovendo una rete di solidarietà in città che programmi corsi di italiano, incontri con la cittadinanza sul progetto, iniziative che valorizzino gli scambi culturali e la convivenza.

Siamo sicuri che in questo modo la gran parte dei cittadini, le parrocchie, le associazioni e gli enti di volontariato di Bollate saranno convintamente al fianco dell’amministrazione comunale.

Di fronte alla scontata obiezione e critica di chi dirà: “ E chi pensa agli italiani in difficoltà, senza lavoro e magari senza casa?”, rispondiamo che quest’azione di accoglienza e sostegno non è in alternativa ad un’altra, anzi può essere un modello di intervento valido anche per altri bisogni.

​Cittadini Bollatesi Solidali

Un saluto ad un amico… ciao Elio.

Nella notte scorsa è deceduto Elio Carissimi. Il nostro gruppo, eterogeneo per l’età dei suoi membri e per la loro provenienza culturale e politica, perde un amico con il quale è stato piacevole e proficuo confrontarsi, apprezzandone la profonda passione per la cosa pubblica e gli insegnamenti, derivati da tanti anni di esperienza personale e politica.

La città di Bollate perde un uomo dall’animo gentile, un ex amministratore comunale capace ed equilibrato, oltre che deciso e determinato, quando è servito esserlo.

Elio è stato una persona eticamente ed intellettualmente onesta e corretta, doti queste che purtroppo stanno diventando sempre più rare. 
Unendoci al loro lutto, esprimiamo profondo cordoglio alla famiglia e ai suoi amici più cari.
Ciao Elio… 

Aggiornamenti sulla realizzazione delle vasche di laminazione del Seveso e sull’emergenza idrica a Bollate

acqua

Riproponendo la lettura cronologica dei nostri articoli pubblicati nei mesi scorsi, a mezzo stampa e nel nostro blog:

1)   Cosa hanno in comune i box allagati e le vasche di Senago? l’innalzamento della falda!(pubblicato il 30 luglio 2015);

2)   “Emergenza idrica a Bollate e progetto di salvaguardia del bacino del Seveso” (pubblicato il 21 novembreo 2015);

3)   Il Seveso e le vasche di laminazione previste al confine tra Senago e Bollate: qualche novità … (pubblicato il 14 dicembre 2015);

4)    Gruppo CAP e Consorzio Est Ticino Villoresi insieme per il recupero dei canali contro il rischio idrogeologico, per fermare gli straripamenti e la falda troppo alta(pubblicato il 10 gennaio 2016)

 

invitiamo i bollatesi a prendere visione degli importanti aggiornamenti e documenti  pubblicati recentemente in merito al problema delle vasche di laminazione del Seveso, che saranno realizzate a Senago sul confine con Bollate, e al problema dell’innalzamento della falda acquifera bollatese, direttamente dalle loro fonti

1) “Senago, i reperti preistorici non frenano le vasche di laminazione” (pubblicato da “Il Giorno” il 30 marzo 2016)

2)   “Innalzamento falda, pubblicato lo studio idrogeologico commissionato dal Comune” (pubblicato sul sito quibollate.it il 1° aprile 2016)

Intorno al “consumo di suolo”

prato.jpgDa qualche tempo, ritrovandoci ad analizzare alcuni aspetti relativi al ” consumo di suolo” , con una visione più ampia piuttosto che solo locale e bollatese, da vari portali istituzionali e tecnici, abbiamo acquisito delle informazioni che crediamo possano essere utilissime per chi abbia voglia di condividere con noi le proprie impressioni.
Ve ne forniamo una sintesi. Buona lettura

Consumo di suolo

Il suolo è una risorsa fondamentale per l’uomo e costituisce, di fatto, una risorsa non rinnovabile, visti i tempi estremamente lunghi necessari per la formazione di nuovo suolo.

Per sua natura al centro di un sistema di relazioni tra uomo e cicli naturali che assicurano il sostentamento della vita, il suolo è non solo riserva di biodiversità, ma anche base per la produzione agricola e zootecnica, per lo sviluppo urbano e degli insediamenti produttivi, per la mobilità di merci e persone, per il benessere ed il godimento dei valori paesaggistici.

Tuttavia è ormai noto che, soprattutto a causa delle attività antropiche e di scelte di uso poco sostenibili, il consumo di suolo avanza e continua a generare la perdita irreversibile di preziose risorse ambientali e funzioni ecosistemiche, influendo negativamente sull’equilibrio del territorio, sui fenomeni di dissesto, erosione e contaminazione, sui processi di desertificazione, sulle dinamiche di trasformazione e sulla bellezza del paesaggio. Ciò porta ad una elevata sottrazione della biodiversità e della produttività e compromette la disponibilità di risorse fondamentali per lo stesso sviluppo della nostra società.

Negli ultimi anni stanno crescendo le iniziative legislative volte alla riduzione del consumo di suolo.

Gli orientamenti della comunità europea

Nel 2002 la Commissione europea aveva prodotto un primo documento, la Comunicazione COM (2002) 179 dal titolo “Verso una strategia tematica per la protezione del suolo” e nel settembre 2006 ha proposto una nuova Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, che avrebbe dovuto definire il quadro complessivo per la protezione del suolo e adottare la Strategia tematica per la protezione e l’uso sostenibile del suolo. Tale strategia pone l’accento sul prevenire l’ulteriore degrado del suolo e mantenerne le funzioni, sottolineando la necessità di porre in essere buone pratiche per ridurre gli effetti negativi del consumo di suolo e, in particolare, della sua forma più evidente e irreversibile: l’impermeabilizzazione (Commissione Europea, 2006).

L’importanza di una buona gestione del territorio e, in particolare, dei suoli è stata ribadita dalla Commissione Europea nel 2011, con la Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse (Commissione Europea, 2011b), nella quale si propone il traguardo di un incremento dell’occupazione netta di terreno pari a zero da raggiungere, in Europa, entro il 2050.

Obiettivo rafforzato in seguito dal legislatore europeo con l’approvazione del Settimo Programma di Azione Ambientale, denominato “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta”, (Parlamento europeo e Consiglio, 2013) che ripropone l’obiettivo precedente, richiedendo inoltre che, entro il 2020, le politiche dell’Unione debbano tenere conto dei loro impatti diretti e indiretti sull’uso del territorio.

Disegno di legge sul contenimento del consumo del suolo

Negli ultimi anni sono state predisposte e avanzate numerose proposte per la gestione sostenibile e la salvaguardia dei suoli italiani, tra cui molte finalizzate al contenimento del consumo di suolo, tutelando le aree agricole e naturali e incentivando il riuso e la rigenerazione di aree già urbanizzate

In particolare, il disegno di legge 2039 e abb.  “Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato” in corso di esame in Commissione alla Camera dei Deputati, contiene un complesso di disposizioni volte a promuovere l’attività agricola, il paesaggio e l’ambiente mediante il contenimento del consumo del suolo, il riuso e la generazione urbana.

In base all’articolo 2  per “consumo di suolo” si intende l’incremento annuale netto della superficie agricola, naturale e semi-naturale oggetto di impermeabilizzazione e il perseguimento delle predette finalità comporta una valutazione delle alternative di localizzazione delle opere, per evitare il consumo di suolo inedificato. Pertanto la pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistica è tenuta ad adeguarsi alle norme del provvedimento. Inoltre le politiche di sviluppo territoriale nazionali e regionali sono tenute a favorire la destinazione agricola e l’utilizzo di pratiche agricole anche negli spazi liberi delle aree urbanizzate.

All’articolo 3 viene stabilito che, con apposito decreto del Ministro delle politiche agricole, debba essere definita, in termini quantitativi, la riduzione progressiva e vincolante di consumo del suolo a livello nazionale, in coerenza con l’obiettivo dell’Unione europea di azzerare il consumo di suolo entro il 2050. La Conferenza unificata stabilirà i criteri e le modalità per la definizione di detta riduzione, tenendo conto delle specificità territoriali delle varie aree del paese.

Le regioni dovranno dettare disposizioni per incentivare i comuni a promuovere strategie di rigenerazione urbana, anche mediante l’individuazione negli strumenti di pianificazione degli ambiti urbanistici da sottoporre prioritariamente a interventi di ristrutturazione urbanistica e di rinnovo edilizio, prevedendo il perseguimento di elevate prestazioni energetiche, l’utilizzo di fonti rinnovabili, l’accessibilità ciclabile e ai servizi di trasporto collettivo, il miglioramento della gestione delle acque a fini di invarianza idraulica e riduzione dei deflussi.

L’articolo 11, infine, detta norme transitorie secondo le quali a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge e fino alla adozione del decreto di cui all’articolo 3, e comunque non oltre il termine di tre anni, non è consentito il consumo di suolo e che decorso inutilmente il termine di tre anni, nelle regioni e province autonome non è consentito il consumo di suolo in misura superiore al 50 per cento della media di consumo di suolo di ciascuna regione nei cinque anni antecedenti.

Proposta di Integrazione del Piano Territoriale Regionale ai sensi della l.r. n. 31 del 2014.

Con delibera n. 4738 del 22/01/2016 la Giunta regionale della Lombardia ha approvato la proposta di Integrazione del Piano Territoriale Regionale, ai sensi della l.r. n. 31 del 28 novembre 2014 per la riduzione del consumo di suolo.

L’Integrazione del PTR costituisce il primo adempimento per l’attuazione della recente legge regionale 31/2014 con cui Regione Lombardia ha introdotto un sistema di norme finalizzate a perseguire, mediante la pianificazione – regionale, provinciale e comunale – le politiche in materia di consumo di suolo e rigenerazione urbana, con lo scopo di concretizzare sul territorio il traguardo previsto dalla Commissione europea di giungere entro il 2050 a una occupazione netta di terreno pari a zero.

Il comma 2 dell’art.2 della l.r. 31/2014 attribuisce al PTR il compito di precisare le modalità di determinazione e quantificazione degli indici che misurano il consumo di suolo.

In particolare l’art.3 comma 1 lett. p, stabilisce che il PTR individui per gli Ambiti territoriali omogenei “criteri e linee tecniche per contenere il consumo di suolo programmato a livello regionale tenendo conto delle specificità territoriali, delle caratteristiche qualitative dei suoli, dello stato della pianificazione, urbanistica e paesaggistica, dell’esigenza di realizzare infrastrutture e opere pubbliche, dell’estensione del suolo già edificato, dell’effettiva sussistenza di fabbisogno abitativo legato ad incrementi demografici reali e dell’assenza di alternative alla riqualificazione e rigenerazione dell’urbanizzato, nonché di fabbisogno produttivo motivato anche sulla base di analisi desunte da indicatori statistici di livello locale e sovralocale che giustifichino eventuale consumo di suolo”.

Per l’approvazione e l’attuazione del PTR sono previste le seguenti procedure amministrative per il conseguimento dell’obiettivo di riduzione del Consumo di suolo:

  • La Giunta regionale approva l’integrazione del PTR che stabilisce la soglia regionale e le soglie provinciali di riduzione del consumo di suolo e attiva la procedura di VAS.
  • Il Consiglio regionale approva l’integrazione del PTR.
  • La Città Metropolitana e le Province elaborano un’ipotesi di soglie per ciascun ambito territoriale omogeneo (Ato) in collaborazione tecnica con la Regione e indicono conferenze di Ato per valutare con i Comuni le soglie comunali e i criteri di applicazione.
  • La Città Metropolitana e le Province inviano alla Regione eventuali proposte di modifica delle soglie e dei criteri.
  • La Regione raccoglie le proposte della Città Metropolitana e delle Province, elabora la ridefinizione delle soglie ed eventualmente la messa a punto dei criteri ed elabora il progetto di revisione finale del PTR, comprensivo degli elaborati della valutazione ambientale.
  • Il Consiglio regionale approva il progetto di revisione finale del PTR.
  • La Città Metropolitana approva il Piano strategico e le Province approvano i PTCP con le soglie definitive e i criteri definitivi entro 12 mesi dall’approvazione dell’adeguamento del PTR, come richiede la legge 31/2014.
  • Successivamente entro 12 mesi dall’adeguamento dei PTCP del Piano strategico della città metropolitana e dei PTCP, i Comuni approvano i nuovi Documenti di Piano dei PGT con le relative Carte del consumo di suolo e li inviano alla Città Metropolitana e alle Province per la verifica di compatibilità e alla Regione per il monitoraggio del PTR.

Per procedere all’individuazione della soglia regionale, e di conseguenza individuare le soglie provinciali, la proposta di revisione del PTR ha inteso necessario confrontare la domanda di superfici residenziali e per funzioni produttive di beni e servizi, con l’offerta potenziale di superfici costituita dagli Ambiti di trasformazione dei Documenti di Piano e dallo stock di immobili vuoti, dismessi, abbandonati e in costruzione.

Si è previsto, in linea teorica, che il fabbisogno sia soddisfatto prioritariamente dagli Ambiti di trasformazione previsti su suolo urbanizzato, in coerenza con il principio sancito dalla l.r. 31/2014 (ex art.3, comma 1 lett.h) di “tenere conto prioritariamente” delle presenza di patrimonio edilizio dismesso o sottoutilizzato,

Il fabbisogno residuo, cioè quello che non trova localizzazione (dal punto di vista quantitativo) negli Ambiti di trasformazione su superficie urbanizzata, si ipotizza che venga soddisfatto dalle previsioni su superficie non urbanizzata.

Dal raffronto tra fabbisogno residuo e previsioni su superficie non urbanizzata emerge che queste ultime dovrebbero essere ridotte, a livello regionale, di una quota pari a circa il 45%, che al 2020 (coincidente con il primo periodo di vigenza del PTR integrato ai sensi della l.r.31/2014) si ipotizza possa essere pari a un intervallo compreso tra il 20 e il 25%, pari cioè a circa la metà della soglia al 2025.

La proposta di revisione del PTR ha articolato tale riduzione per la funzione residenziale e per funzioni produttive di beni e servizi

Per quanto riguarda la definizione delle soglie di riduzione di consumo di suolo provinciali per la funzione residenziale, le soglie di riduzione del consumo di suolo sono state raggruppate in due macro-classi:

  • tra il 20% e il 25% per le Province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Pavia, Sondrio e Varese;
  • tra valori maggiori di 25% e il 30% per le Province di Mantova, Monza e Brianza e la Città Metropolitana di Milano.

In sede di adeguamento al PTR integrato ai sensi della l.r. 31/2014, i PTCP e il Piano strategico della Città Metropolitana, dovranno definire (sulla base della soglia provinciale dettata dal PTR), le soglie di riduzione del consumo di suolo per gli Ambiti territoriali omogenei, che potranno essere integrate e riviste, in raccordo con il livello regionale, con l’introduzione di ulteriori elementi di giudizio utili a meglio definire eventuali singole specificità territoriali, differenziando, se necessario, i criteri di applicazione della soglia di riduzione anche alla scala comunale.

Per quanto riguarda la soglia regionale di riduzione del consumo di suolo per funzioni produttive di beni e servizi, la proposta del PTR per il 2020 è quella di applicare una riduzione del 20%, che corrisponde ad una diminuzione di 1.790 ha di superficie non urbanizzata ricompresa in Ambiti di trasformazione su suolo libero con destinazione produttiva di beni e servizi.

Quanto fa GAIA Sus + GAIA Servizi ?

In questi giorni stiamo assistendo all’iter di fusione tra le due società municipalizzate, Gaia Sus e Gaia Servizi, le quali , insieme, daranno vita nel corso del 2016 ad una nuova unica società.

La fusione si è resa necessaria per ottenere alcune sinergie economiche come,  ad esempio, un unico consiglio d’amministrazione e, soprattutto, per cercare di rilanciare la società Gaia Servizi ad aprirsi a collaborazioni con altri Comuni limitrofi.

Dal nostro punto di vista questa è indubbiamente un’ operazione importante e strategica per il nostro Comune e, proprio per questo motivo,  avrebbe dovuto essere più pubblicizzata, partecipata e condivisa sia con gli addetti ai lavori, sia con coloro i quali sono i soci contribuenti più diretti: i cittadini bollatesi.

Invece stiamo assistendo ad un’operazione che sta avvenendo tutta dentro al palazzo, dove agli stessi addetti (per esempio ai consiglieri comunali delle commissioni finanziarie appositamente dedicate), chiamati ad esprimere opinioni e pareri, per i quali, eventualmente, dovranno anche risponderne in solido sotto il profilo finanziario, viene fornita pochissima documentazione allegata e senza un piano industriale che sia stato reso pubblico.

L’Amministrazione Comunale, cioè il socio di Gaia che dovrebbe garantire gli interessi dei propri cittadini, in occasione del prossimo Consiglio Comunale del 29 febbraio, chiederà di approvare la procedura semplificata che prevede la rinuncia allo Stato Patrimoniale di fusione. Cioè, in sostanza e come consente la legge , il progetto di fusione non sarà corredato da bilanci.

Crediamo che questa procedura, che ribadiamo è prevista dal codice civile e pertanto lecita, non sia opportuna e che,  senza un piano strategico industriale, chiaro e valido, le fusione non servirà ad alcunché, se non a procrastinare un po’ più in là nel tempo le criticità in cui versa Gaia Servizi. Per capirci meglio, da cittadini bollatesi solidali, reputiamo che una scarsa informazione potrebbe inficiare i giusti sforzi prodotti per raggiungere il risultato, perché, così come la si sta affrontando, la situazione ci sembra  un po’ come quando capita di entrare in uno di quei “simpatici” negozi dove non si leggono bene i cartellini del prezzo sulla merce, salvo poi scoprirli nel momento in cui l’esercente li batte sul registratore di cassa.

Nostra opinione quindi è che sarebbe più saggio rallentare i tempi della fusione stessa ed aspettare i dati dei due bilanci del 2015, che verranno pronti a brevissimo, entro il mese di aprile, per una maggiore condivisione del processo di ristrutturazione della nuova società e, soprattutto, chiediamo di poter conoscere il piano di sviluppo industriale e le nuove iniziative imprenditoriali che dovranno caratterizzare la nuova società municipalizzata

“L’inquinamento [a Bollate e] nelle grandi città”

L’ inquinamento delle grandi città è argomento di strettissima attualità. anche a Bollate.  Vogliamo portare l’attenzione su due contributi che fanno oggettivamente pensare.

Il primo è la decisione del Parlamento europeo di pochissimi giorni fa, che ha visto raddoppiare i limiti di emissioni di Nox, gli ossidi di azoto, per le auto, e che potete leggere in questo articolo de “il Fatto Quotidiano”:

Smog, il Parlamento europeo raddoppia i limiti di emissione per le auto. Verdi: “Regalo alla Merkel e alle lobby”

Il secondo contributo è :

 “L’inquinamento nelle grandi città: intervista ad Angelo Bonelli”

 rilasciata qualche giorno prima realizzata da Lanfranco Palazzolo con Angelo Bonelli (membro dell’esecutivo della Federazione dei Verdi).

L’intervista è stata registrata lunedì 28 dicembre 2015 alle 15:18. Nel corso dell’intervista sono stati trattati i seguenti temi: Ambiente, Aria, Auto, Clima, Commercio, Controlli, Ecologia, Economia, Elettricita’, Energia, Europa, Finanza Pubblica, Galletti, Infrazioni, Inquinamento, Investimenti, Milano, Pisapia, Politica, Regioni, Roma, Salute, Salvini, Sanita’, Scandali, Servizi Pubblici, Sindaci, Tasse, Traffico, Trasporti, Tronca, Volkswagen.

Buona lettura e buon ascolto.

Ottima notizia: “Rigenerazione urbana, al via il processo di partecipazione”

Bene, sul sito internet istituzionale del Comune di Bollate, apprendiamo di un’ ottima notizia, ancor più se divulgata dopo una nostra precisa richiesta, contenuta ed articolata con altre, avanzata lo stesso giorno e qualche ora prima

Resta da definire chi decida e sulla base di cosa si rientri nella categoria degli “stakeholder” e, soprattutto, se il lasso di tempo scelto possa consentire un’adeguata risposta ed effettiva PARTECIPAZIONE.

Noi, chiaramente, ci auguriamo di sì.

Ma tutto è perfettibile, intanto buon  HOP (hop)  a tutti!


urbanistica ed edilizia privata

  05/02/2016

RIGENERAZIONE URBANA, AL VIA IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE

Inizia il processo di partecipazione connesso al progetto di Rigenerazione urbana complessiva e di inclusione sociale, che sarà attuato a Bollate mediante il sostegno finanziario della Comunità Europea e della Regione Lombardia.

 

Con HOP! FAI UN SALTO E RIGENERA BOLLATE, parte quindi l’attività partecipativa finalizzata a coinvolgere le parti presenti sul territorio per costruire insieme le azioni dirette a realizzare lo Sviluppo Urbano Sostenibile.

Per un periodo di cinque mesi verrà svolto un percorso comune di rigenerazione di idee, con il quale si tenterà di eseguire un lavoro di selezione dei propositi più significativi per renderli poi concreti nella realtà locale. Si partirà dalle buone esperienze per formulare le giuste domande per il nostro territorio in modo da conseguire le soluzioni strategiche integrate risolutive delle problematiche sociali, culturali, economiche, ambientali e demografiche del nostro contesto territoriale.

Il progetto HOP! FAI UN SALTO E RIGENERA BOLLATE comprende una serie di laboratori che costituiranno la sede in cui elaborare le idee per il futuro della nostra città. La prima fase di lavoro denominata “Fare Rete” prevede tre laboratori di condivisione delle buone pratiche, nel corso dei quali sarà possibile sollevare dubbi, problemi, esprimere opinioni e propositi.

Il primo di tali laboratori è rivolto agli stakeholder, mentre nei laboratori successivi verranno coinvolti i cittadini e la compagine politica per consentire un percorso mirato.

IL PRIMO LABORATORIO SI TERRA’

MARTEDI’ 9 FEBBRAIO 2016, dalle ore 16.30 alle ore 18.30

BIBLIOTECA COMUNALE
PIAZZA C.A. DELLA CHIESA, 30 – BOLLATE (MI)”

 

Iniziativa comune di mobilitazione in favore degli abitanti delle case Aler di via Turati

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Fonte: CCDP e Scheda progetto: Università di Parma

CONSIDERATO

  • che la situazione di degrado in cui versano le case Aler di via Turati continua ad essere preoccupante;
  • che i lavori di ristrutturazione, nonostante i proclami pre-elettorali del 2015, sembrano essere ad oggi in seria fase di stallo o comunque procedere molto a rilento rispetto a quanto le condizioni abitative degli inquilini meriterebbero;
  • che sembra poi, addirittura, che alcuni interventi abbiano peggiorato lo stato degli appartamenti esponendoli ad infiltrazioni pericolose, malsane e invivibili;
  • che comunque in data 7 gennaio 2016 il Sindaco, accompagnato dal capo cantiere, rilevava, documentava e condivideva in un gruppo facebook locale, la seguente situazione rilievo vssallo

CI CHIEDIAMO

  • se sia possibile avere più dettagli ufficiali e un monitoraggio costante e dedicato alla situazione e all’oggi, dato che le notizie nel merito fornite da parte dell’Amministrazione attuale e rintracciabili nel sito internet istituzionale, sembrano ferme ad un comunicato del 23 ottobre 2015, in cui si affermava che i 9,5 milioni di euro, stanziati da parte di Regione Lombardia e in disponibilità di Aler,  risultavano depositati presso un conto corrente dedicato;
  • se sia possibile inoltre, sempre a fronte degli elementi evidenziati, avviare in modo celere i processi di partecipazione previsti dal progetto di“riqualificazione urbana sostenibile”, che riguarda l’area compresa tra via Vittorio Veneto, via Repubblica, la strada Statale Varesina e via Verdi, al centro della quale vi sono proprio gli appartamenti Aler di via Turati 40, e finanziato con gli ulteriori 7,5 milioni di euro di fondi europei recentemente “piovuti” sulla testa dei bollatesi;
  • fino a che punto si debba sperare che le condizioni climatiche non accentuino i profondi disagi abitativi di molti degli inquilini di Aler, in tutto e per tutto pari in dignità, diritti oltre che doveri, a tutti gli  altri cittadini bollatesi, con la differenza di essere stati provati ormai da troppi anni di attese e promesse per un miglioramento delle loro condizioni abitative.

CONVINTI

CHIEDIAMO A TUTTE LE FORZE POLITICHE LOCALI

ai loro responsabili e rappresentanti nel Consiglio Comunale di intraprendere, in modo coeso e deciso, tutte le iniziative utili, atte ad informare, sensibilizzare e rendere partecipe la cittadinanza su quanto sta accadendo, sullo stato di fatto attuale, sulle sorti del complesso edilizio citato e di chi lo vive e lo abita.

L’intento è quello di levare una voce unitaria e forte che spinga tutte le istituzioni e gli enti responsabili, Aler in primis, a conseguire con chiarezza e responsabilità, gli impegni promessi in maniera efficiente, in tempi ormai urgenti e non più prorogabili, che la ristrutturazione di quest’opera richiede.

GLI INQUILINI ALER NON DEVONO PIÙ ASPETTARE, I BOLLATESI TUTTI NON POSSONO PIÙ STARE FERMI A GUARDARE.

Una buona lettura domenicale …

Pensando al recupero delle aree dismesse locali, ma non solo, anche a quanto utile e prezioso come risorsa possa risultare il poter utilizzare l’acqua del Seveso, se ben depurata, riprendiamo un interessante articolo de l’Unità, dal sito dell’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica)

 TASINGE

“Smog e bombe d’acqua, anche l’Italia spinge su soluzioni sostenibili

Un parco “resiliente ai cambiamenti climatici” a Copenaghen, un esempio di come devono operare l’architettura e l’edilizia in un mondo che cambia, e che chiede sempre più propensione al riuso e all’adattamento piuttosto che all’espansione.” L’articolo de l’Unità 

Qualche link utile:

  1. http://www.ghb-landskab.dk/en/projects/taasinge-square
  2. http://wsud-denmark.com/infiltration-and-drainage-of-rainwater-on-taasinge-square-copenhagen/home-page/36351
  3. http://citiscope.org/story/2016/why-copenhagen-building-parks-can-turn-ponds

In tema di centri commerciali, vi ricordiamo che a qualche passo da Bollate, oltre a quelli già esistenti…

Nonostante la presenza di questo prossimo colosso aresino , tutto sembra orientato verso il volerne realizzare uno anche a Bollate.  Ne abbiamo davvero  bisogno? Chissà… a breve ritorneremo sull’argomento, per meglio contestualizzarlo e commentarlo. Intanto vi riproponiamo la lettura di questo articolo di Milano Today del 25 gennaio 2016:

“Arese shopping center: il centro commerciale « monstre» apre a metà primavera

All’interno del mall, circa 120mila metri quadrati coperti disegnati dall’architetto De Lucchi, ci saranno 25 ristoranti. Probabilmente ci sarà anche KFC, il colosso americano del pollo fritto.

È ancora un cantiere il centro commerciale di Arese. Nell’area stanno lavorando a spron battuto, festivi compresi, decine di squadre di operai per finire il mall più grande d’Italia e uno dei più estesi d’Europa: 120mila metri quadrati coperti, interamente disegnati da Davide Padoa (Ceo di Design International), Michele De Lucchi e Arnaldo Zappa (qui un video con i rendering dell’edificio). Non c’è ancora una data di apertura ufficiale, ma il taglio del nastro dovrebbe avvenire intorno fine aprile o inizio di maggio 2016 secondo le indiscrezioni più insistenti.

Qualche migliaio i posti di lavoro che dovrebbero essere garantiti nel lungo periodo. Le selezioni per i primi colloqui sono già terminate. 

Una struttura “monstre”, ricavata sulle ceneri dell’ex stabilimento Alfa Romeo, che ha aperto la scorsa estate a poche decine di metri un museo interamente rinnovato, con annesso uno show-room di vetture nuove (e non mancherà una pista per corsi di guida sicura, utilizzabile anche per eventi ed esibizioni legate al mondo dei motori). La posizione de centro è strategica non solo per i clienti lombardi, ma anche coloro che provengono dalla Svizzera. Il centro commerciale, infatti, si trova proprio accanto alla Milano-Laghi: 45 minuti da Lugano. 

Punto attrattivo della struttura saranno i negozi: 230, con un innovativo sistema di carico-scarico merci. Tra questi ci sarà Primark, colosso irlandese dell’abbigliamento low-cost che ha scelto Arese per aprire il suo primo punto vendita in Italia: 7mila metri quadrati. Abbigliamento cheap, sì, ma anche marchi del lusso. Non si conoscono ancora i dettagli, ma sono ai blocchi di partenza anche alcuni protagonisti dell’oreficeria e dell’orologeria di alta gamma.

Non è tutto. Tra i 25 ristoranti che apriranno ci dovrebbe essere anche una novità: l’americana KFC. Secondo quanto riportato da Repubblica Affari e Finanza la catena Usa del pollo fritto avrebbe deciso di aprire il suo terzo punto vendita in Italia.

E ora qualche dettaglio sul progetto architettonico. L’idea – ispirata a Covent Garden di Londra – è quella di creare punti di aggregazione attraverso un sistema di piazze su cui si affacciano i negozi. Anche l’ipermercato seguie la stessa linea di pensiero: è stata creata una sorta di estensione all’esterno con un’area dedicata ai prodotti freschi all’interno della Food Court. I visitatori potranno acquistare i prodotti, da consumare anche in loco.

Oltre al sistema di piazze (ognuna con una propria identità), il mall sarà caratterizzato anche da una rampa interna che ricorda senz’ombra di dubbio il Guggenheim Museum di New York. La struttura del tetto, infine, è in Gulam, un legno lamellare strutturale realizzato con materiali sostenibili, usato per la prima volta in un centro commerciale.

«Arese Shopping Center ha trasformato la vecchia sede dell’Alfa Romeo da una fabbrica di macchine a una fabbrica di esperienze, con il più grande numero di insegne mai realizzato in Italia. Disegnarlo è stato come dipingere una città, con in mente le abitudini e i gusti dei suoi cittadini e turisti», è il commento di Davide Padoa.”

 

 

Gruppo CAP e Consorzio Est Ticino Villoresi insieme per il recupero dei canali contro il rischio idrogeologico, per fermare gli straripamenti e la falda troppo alta

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(Tavola del Piano di Governo del Territorio – PGT – di Bollate – “Componente geologica, idrogeologica e sismica_ sintesi degli elementi conoscitivi”  )

Dando seguito a quanto già scritto in merito al problema dell’innalzamento della falda acquifera e delle vasche di laminazione del fiume Seveso, previste a Senago, al confine di Bollate,  segnaliamo la lettura di questo interessante comunicato del gruppo CAP , realtà industriale che gestisce il servizio idrico integrato in provincia di Milano, Monza  e Brianza,Varese, Como e il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi , del 27/11/2015. Il comunicato è stato ripreso  in un articolo odierno di “Avvenire”. Noi lo abbiamo recuperato in rete e ve lo riproponiamo integralmente.

COMUNICATO STAMPA  – Gruppo CAP e Consorzio Est Ticino Villoresi insieme per il recupero dei canali contro il rischio idrogeologico

<< In collaborazione con l’Università Statale di Milano parte il progetto pilota,  una  progettazione innovativa per il recupero del reticolo idrico minore

 Oltre un milione di euro per avviare il recupero del reticolo idrico minore in buona parte costruito e progettato nel medioevo, per smaltire l’eccesso di acque meteoriche e l’innalzamento della falda che crea numerosi problemi nelle nostre città. E’ questo il contenuto del progetto di Gruppo CAP e Consorzio Est Ticino Villoresi (ETVilloresi), che hanno avviato la prima fase di studio coordinato dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Milano. Il progetto si pone l’ambizioso obiettivo di riattivare per la raccolta delle acque di pioggia, di falda e di scambio geo termico in eccesso, il sistema di rogge, canali e fontanili del reticolo idrico minore la cui costruzione risale a più di otto secoli fa. Molte sono le città, infatti, a partire da quella metropolitana di Milano, che a ogni fenomeno di pioggia intensa vedono allagarsi i propri quartieri. La causa principale è la diffusa cementificazione e impermeabilizzazione del suolo e delle aree fluviali. L’acqua non può più essere smaltita solo con l’implementazione di strutture come le vasche volano, ma è necessario gestirla in forma ambientalmente integrata anche per un possibile, ecologico ed efficace reimpiego.  

Gruppo CAP, con un investimento di un milione di euro, riporterà alla luce un ambiente perduto: insieme al Consorzio ETVilloresi e grazie a uno studio del reticolo idrico condotto dall’Università di Milano recupererà quanto già i cistercensi avevano fatto con le marcite e i canali di irrigazione per far defluire le acque in eccesso, evitando per quanto possibile gli effetti rovinosi delle bombe d’acqua, e sfruttare l’acqua in eccesso in agricoltura. Si tratta di un percorso di prevenzione che mette in campo soluzioni progettuali innovative di ingegneria idraulica e ambientale. Le acque raccolte saranno così convogliate in polmoni di fitodepurazione e poi utilizzate nel settore agricolo.

“Gruppo CAP, in qualità di gestore del servizio idrico, afferma da tempo di essere pronta ad occuparsi delle acque meteoriche, la cui gestione oggi è parcellizzata fra troppi enti diversi, e grazie questo progetto diventa protagonista nella complessa dimensione idraulica del territorio – ha affermato Alessandro Russo Presidente di Gruppo CAP -.  Oggi la sfida è quella di governare i processi di trasformazione urbana progettando un’infrastruttura idrica intelligente e diffusa dove non basta ‘contenere’ le acque attraverso la proliferazione di vasche e bacini artificiali ma serve introdurre i concetti di resilienza idrica nei criteri di progettazione ed esecuzione di edifici e quartieri. Sono necessarie soluzioni innovative per una gestione smart dell’acqua, come quelle messe a punto dalla Città di Essen, Green Capital Europea 2017, aumentando la sicurezza a tutto beneficio dei cittadini rispetto ai rischi connessi ai fenomeni climatici estremi”.

La gestione delle acque meteoriche è un tema che riguarda l’intero sistema idraulico del Paese che deve fare i conti con l’aumento, rispetto a trent’anni fa, della frequenza degli eventi climatici estremi: nove volte più frequenti negli ultimi dieci anni. Attualmente sui nostri territori non esiste una gestione separata delle acque di pioggia che confluiscono, come le acque provenienti da condizionatori domestici e di grandi complessi, in fognature e depuratori progettati per gestire le acque di scarico domestico e industriale. L’eccesso di acque meteoriche all’interno dei depuratori rende meno efficiente la depurazione e, raggiunto il limite di contenimento, diventa inevitabile che esse si riversino direttamente nei corpi idrici superficiali (fiumi, canali, rogge…) Gli eccessivi interventi dell’uomo sull’ambiente hanno, da un lato determinato una manomissione dei tanti piccoli canali progettati in epoca medievale e rinascimentale mentre, dall’altro, hanno impermeabilizzato con asfalto e cemento grandi porzioni di terreno rendendo impossibile l’assorbimento dell’acqua. Questo, sommandosi all’innalzamento della falda, è causa di allagamenti di cantine, box, tunnel e metropolitane e porta a una situazione di continua emergenza.

“Siamo molto soddisfatti dell’accordo sottoscritto che permetterà al Consorzio Est Ticino Villoresi e al Gruppo CAP di lavorare in sinergia per un utilizzo intelligente del reticolo idrico superficiale – ha dichiarato Alessandro Folli Presidente del Consorzio ETVilloresi -. In qualità di autorità idraulica per la rete gestita nel proprio comprensorio, ETVilloresi saprà garantire conoscenze, esperienze e professionalità per effettuare gli adeguati approfondimenti tecnico-scientifici. Il recupero e il miglioramento della funzionalità idraulica dei canali gestiti, anche attraverso l’immissione di acque esterne compatibili con gli usi irrigui, rappresentano senza dubbio modalità efficaci di tutela territoriale. I Consorzi di bonifica possono fare la differenza nella lotta contro il rischio idrogeologico e accordi, come quello appena siglato con il gruppo CAP, non possono che potenziare il contributi apportato sul fronte della salvaguardia dei nostri territori, sempre più messi a dura prova da fenomeni meteorologici particolarmente intensi e frequenti – ha sottolineato Folli”.

Il primo progetto pilota riguarderà il fontanile Briocco, sul territorio di Rho, che verrà recuperato, collegato ai successivi tratti del reticolo idrico e dove saranno convogliate le acque di pompaggio di falda di un grande parcheggio interrato e le acque di scambio termico del condizionamento di un cineteatro.

L’utilizzo del reticolo idrico minore per intercettare le acque di pioggia è una delle 21 azioni messe in campo da CAP con il programma CAP 21 per rispondere alle questioni aperte da Cop 21, la Conferenza sul clima che si terrà tra qualche giorno a Parigi. I 21  impegni di sostenibilità si riassumono in sette grandi aree di intervento: #Acquadabere, #Acquadarecuperare, #acquadavalorizzare, #Acquadacostruire, #Acquadarisparmiare, #Acquadainnovare e #Acquadasostenere >>

Il dopo Expo: aggiornamento

Tecnopolo, piano al rush finale

<<Entro la fine di febbraio saranno presentati il piano scientifico e finanziario dello “Human Technopole”, il parco scientifico sulla qualità della vita che sorgerà su input del governo nell’area dove si è svolto Expo. Ecco a che punto è il progetto. L’articolo del Sole 24 Ore >>

Noi, nel frattempo,  continuiamo a pensarla così … https://cittadinibollatesisolidali.com/2015/12/06/si-comincia-finalmente-a-parlare-del-dopo-expo-2/

 

Si aumentano le tasse e si tagliano i servizi?

funerale

La notizia è arrivata improvvisa poco prima di Natale; il Centro di Aggregazione Giovanile (CAG) di Ospiate, Passepartout, chiude. Lo ha annunciato in un’intervista l’assessore Salvatore Leone (si veda Il Notiziario del 18 dicembre scorso). Così una quindicina di ragazzi delle scuole medie e del biennio delle superiori che frequentavano il Centro, e le loro famiglie, si trovano ora senza un punto di riferimento educativo e sociale. Ne è testimonianza anche la lettera di una mamma, Loredana, pubblicata sempre su Il Notiziario del 24 dicembre, che chiede conto all’amministrazione cittadina di questa decisione. L’alternativa è quella di portare questi ragazzi al CAG di Cascina del Sole; ma con quali mezzi? E chi li porterebbe? I genitori, i nonni disponibili? Di fatto siamo di fronte alla chiusura di un servizio educativo e sociale della città a fronte di un robusto aumento della tassa sulla casa (TASI), giustificato dal dover coprire un buco di bilancio ( chi scrive ingenuamente pensava che dietro ci fosse l’impegno a coprire le spese dei servizi in atto, ma…). Non era davvero possibile in nessun caso garantire il servizio del CAG di Ospiate almeno fino alla fine dell’anno scolastico in corso? Non c’era altro eventualmente da tagliare?
Non si discute, anzi può essere foriera di sviluppi interessanti, la prospettiva, che l’Assessore Leone delinea, di far vivere la scuola anche nel pomeriggio con iniziative varie e con i relativi finanziamenti. Ma in questi prossimi mesi di confronto e progettazione non era davvero possibile mantenere questo servizio aperto?
Se un’amministrazione di centro sinistra taglia o ridimensiona servizi che riguardano fasce fragili, deboli o comunque che interessano l’ambito adolescenziale – in un Paese, l’Italia, che soffre enormemente di squilibri generazionali – cosa rimane?
Un’ultima nota a margine; Bollate sta diventando la città dei supermercati: Tigros, forse Conad e poi il paventato Centro Commerciale di Cassina Nuova / Cascina del Sole. Sarà questo il destino di Bollate del XXI secolo? È questo il futuro che si prospetta alle future generazioni, magari destinate a ritrovarsi attorno a qualche gioco d’acqua o comodi divanetti e sedute di qualche bar in questi ennesi luoghi del consumismo,  piuttosto che in luoghi più adatti dove apprendere e condividere i veri valori formativi della socialità? Così passeremo alla storia? Mamma mia…

Problema amianto a Bollate … e non solo.

Qualche mese fa, scrivevamo in merito al problema della bonifica dell’amianto in alcune strutture pubbliche bollatesi. Ad oggi la situazione, almeno cercando nel sito del Comune,  non pare essere mutata.  

Gli studi relativi allo stato di fatto in quelle strutture infatti  non sembrano essere stati implementati.

Rilanciando l’invito all’Amministrazione comunale bollatese, nel cercare di impegnarsi e mantenere sotto costante attenzione il problema (si sta aggiornando il censimento?), e sperando di poter contribuire a porre in evidenza il problema, vogliamo arricchire le nostre considerazioni con questo interessante articolo pubblicato nel sito de “il Sole 24 ore”, in data 14 dicembre 2015.

BONIFICARE L’AMIANTO PER RILANCIARE L’EDILIZIA  (di Augusto Grandi)

  Il rilancio del comparto edile, imprescindibile per una ripresa vera dell’economia italia, passa anche dagli interventi per mettere in sicurezza gli edifici contaminati dall’amianto. Ma gli interventi, sostenuti dalle istituzioni, sono talmente lenti che per Ermira Behri, la segretaria nazionale della Fillea Cgil che è intervenuta ad un convegno torinese sul rischio amianto, «occorreranno 85 anni per smaltire l’amianto ed eliminarlo dalle nostre vite».

Un tempo inaccettabile, anche perché nel frattempo si continua a morire. In Italia al ritmo di 4mila vittime all’anno, con il rischio che il picco dei decessi si raggiunga nel 2020. Un rischio, quello dell’amianto, scoperto in Germania nel corso della seconda guerra mondiale, eppure ignorato ancora per decenni. Secondo Behri in Italia ci sono ancora 32 milioni di tonnellate di materiali compatti contenenti tale sostanza e molte tonnellate di amianto friabile in numerosi siti contaminati, non solo industriali, sia pubblici sia privati. I siti censiti ufficialmente sono 44mila, ma per Fillea si tratta di numeri sottostimati poiché solo in Piemonte i siti contaminati da amianto sono 23mila e 14mila nelle Marche. Behri sottolinea come l’estensione sia pari a 2,5 miliardi di metri quadrati.

Un problema che riguarda anche 2.400 scuole da bonificare in tutta Italia. Diventa dunque urgente intervenire. E gli investimenti per le bonifiche servirebbero anche a rilanciare il settore dell’edilizia che potrebbe trovare un’opportunità nella “rivoluzione verde” del modello produttivo, puntando sulla sostenibilità. Behri sostiene la necesità di interventi per la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente, migliorando anche il rendimento energetico degli edifici mentre si tutela la salute pubblica e si creano «centinaia di migliaia di posti di lavoro».

Il Seveso e le vasche di laminazione previste al confine tra Senago e Bollate: qualche novità …

In attesa di avere ulteriori precisazioni in merito al problema dell’innalzamento della falda acquifera a Bollate e nei comuni limitrofi e della sua inevitabile correlazione con il progetto che prevede la realizzazione delle vasche di laminazione del Seveso, previste al confine tra Bollate e Senago,  tema sul quale torneremo nei prossimi giorni, invitiamo i nostri concittadini alla lettura di questo articolo pubblicato sul sito de “la Repubblica” il 13 dicembre 2015 :  Milano, 9 milioni dal Comune per riqualificare i canali del fiume Seveso “  

Seveso 

<< Dal Comune di Milano arrivano altri nove milioni di euro per interventi straordinari di manutenzione dei corsi d’acqua a valle del Seveso decisi con due delibere approvate dalla Giunta con le quali Palazzo Marino ha approvato “importanti interventi che andranno a contenere il rischio idrogeologico rappresentato dal fiume”. Il primo intervento riguarda il consolidamento di Cavo Redefossi, nel tratto tra piazza Cinque Giornate e corso Lodi. I lavori, per un importo pari a 7 milioni e 200mila euro, sono finanziati dal programma statale #italiasicura e saranno realizzati successivamente a quelli per il consolidamento del primo tratto del canale sotterraneo, tra Piazza Oberdan e Piazza Cinque Giornate (già finanziati dal Comune per un importo di 7.650.000 euro).

Il secondo stanziamento – oltre 1 milione e mezzo di euro -, riguarda il risanamento del canale sotterraneo del Naviglio Martesana che scorre sotto via Melchiorre Gioia, fra via Pirelli e viale della Liberazione, nel quale confluiscono le acque del Seveso. I lavori saranno eseguiti da MM spa e prevedono la riqualificazione delle gallerie sotterranee in cui scorre il fiume, con il ripristino delle condizioni della struttura dei canali e quindi il miglioramento del flusso del Seveso, che nel suo tratto confluisce prima nella Martesana, poi nel Cavo Redefossi.

“Il nostro impegno affinché il Seveso non rappresenti più una minaccia per i milanesi è costante e concreto – sottolinea l’assessore all’Ambiente Pierfrancesco Maran – questi interventi fanno parte del grande piano di contenimento dell’emergenza che prevede anche la depurazione delle acque e la realizzazione delle quattro vasche di laminazione”.>>

Sempre sul dopo Expo …

Fonte: IL FATTO DEL LUNEDÌ (IlFattoQuotidiano.it / BLOG / di

Expo 2015: serve più partecipazione per decidere il destino dell’area espositiva

“La partecipazione della gente alle decisioni strategiche e, in particolare, alla progettazione urbanistica è un fattore vitale per il successo delle trasformazioni urbane di una città, per la qualità della vita dei suoi abitanti, per generare inclusione sociale e favorire la trasparenza. Questo principio è stato declinato da generazioni di urbanisti nel secolo scorso e, tra tutti, ricordo in modo particolare Giancarlo De Carlo, genovese per caso e laureato nel Politecnico di Milano. Pubblicò L’architettura della partecipazione più di 40 anni fa. Erano gli anni (1973) di una canzone di Giorgio Gabertuttora viva nel profondo collettivo della mia generazione. Il testo di Sandro Luporini traduceva in poesia un valore inconfutabile, assieme individuale e collettivo: “La libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinione; la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione”.

Nel discutere il destino delle aree e delle infrastrutture di Expo 2015, la discussione si è finora limitata a una serie di schermaglie tra le diverse istituzioni, con Stato, Regione e Comune in prima fila, focalizzate su temi e soluzioni non affatto originali. Si sono fatte molte ipotesi e qualche principe azzurro si è pure fatto avanti, ancorché squattrinato, e qualche finanziamento hi-tech è anche apparso all’orizzonte, naturalmente da fonte statale. Nessuno o quasi ricorda, invece, che questo destino ere stato oggetto, quattro anni fa, di un evento caratterizzato da una grande partecipazione, chiamato referendum.

Il Referendum consultivo d’indirizzo per conservare il futuro parco dell’area Expo (numero 3) chiedeva: “Volete voi che il comune di Milano adotti tutti gli atti ed effettui tutte le azioni necessarie a garantire la conservazione integrale del parco agroalimentare che sarà realizzato sul sito Expo e la sua connessione al sistema delle aree verdi e delle acque”?

Nei giorni 12 e 13 giugno 2011 ha votato “Sì” il 95,51%  dei votanti. Se 454.995 milanesi hanno espresso l’indirizzo di conservare il parco agroalimentare e solo 22.443 hanno detto “No”, ignorare se non umiliare la partecipazione come, almeno in apparenza, sta accadendo non è mai una buona cosa. Spesso prelude a una deriva non propriamente democratica e, talvolta, diventa l’anticamera dei periodi oscuri in cui la libertà rimane soltanto una parola falsa e vana, senza sostanza alcuna.”

Si comincia finalmente a parlare del “dopo Expo”

Venerdì 27 novembre si è svolta a Rho un’assemblea pubblica con la partecipazione del Ministro Martina, dei rettori delle Università Statale e Politecnico e del Sindaco della città ospitante; qualche giorno prima, si era tenuta una conferenza stampa promossa dal presidente di “Distretto 33”, dal presidente di AIL – associazione imprenditori lombardi – e dalla parlamentare della nostra città. Entrambe le iniziative seguono la presentazione del progetto effettuata dal Governo,  la cui volontà è di trasformare il sito che ha ospitato Expo in un polo universitario e di ricerca. Le risorse che il Governo mette a disposizione per dar vita alla sua idea, ad oggi, ammontano a 50 milioni di euro e francamente ci sembrano piuttosto scarse. Del resto il messaggio è stato chiaro: il pubblico non dispone delle risorse necessarie per gestire la totalità dell’intervento e quindi si renderà necessaria una forte partecipazione del privato.

Evidentemente si tratta ancora di un progetto in embrione, ma non per questo dobbiamo sottovalutarne le potenzialità che si presentano per il nostro territorio in termini di ricadute positive, sviluppo e cambiamento. Se gestito in maniera appropriata, il progetto esposto infatti potrebbe modificare radicalmente il futuro economico e sociale del nostro territorio. Per raggiungere questo importante obiettivo però è necessario che siano coinvolti, in qualità di attori attivi, oltre Milano e Rho (città sul cui territorio sorge il sito in cui si è tenuta Expo), anche i comuni limitrofi come il nostro, con le loro amministrazioni, imprese ed associazioni imprenditoriali. E’ necessario altresì che questi ultimi dimostrino di avere, già pronte, idee chiare, capacità e competenze per poterlo pretendere.

Pensiamo sia utile per Bollate, e per i comuni della nostra zona, il dare ulteriore impulso ad un approccio ispirato alla cultura dell’accoglienza ed ai canoni di “Città Metropolitana”, cioè ad un progetto d’uso del territorio su area vasta. Tale infatti sarà la dimensione del riflesso proiettato dagli interventi di riuso ipotizzati per l’area ex Expo.

La nostra città ed i comuni a noi limitrofi possono vantare una vasta disponibilità di aree dismesse ed un cospicuo patrimonio di edifici rurali esistenti in disuso e da recuperare. Edifici che, per la tecnica costruttiva tradizionale con cui sono stati realizzati e per tipologia, non penetrano in profondità nel terreno per più livelli, se non per qualche metro di fondazioni, e che, proprio per questa loro peculiarità, non andrebbero ad impattare con il già noto ed attuale problema dell’innalzamento della falda acquifera della nostra zona. Pensiamo agli edifici di valore storico e architettonico che caratterizzano il borgo di Castellazzo e la sua splendida villa, ma anche ai tanti edifici di archeologia industriale (fornaci e vecchie fabbriche ormai in disuso ed abbandonate a sé stesse) e, perché no, magari anche al vecchio ospedale di Garbagnate Milanese.

Riutilizzato per dare ospitalità a decine di migliaia di studenti fuori sede e che popoleranno il sito di Expo, questo insieme di edifici costituisce un patrimonio edilizio esistente che, doverosamente rispettato nei suoi caratteri architettonici originari e sapientemente recuperato dal punto di vista funzionale, potrebbe prestarsi ottimamente per la realizzazione di alloggi e spazi comuni (sale studio, bar, ristoranti, laboratori, atelier artistici …), finanche divenire utile come ulteriore infrastruttura universitaria (pensiamo alla villa Arconati di Castellazzo), dando notevole impulso al lavoro e all’indotto locale, rendendo il territorio bollatese e quello dei comuni a noi limitrofi, nel loro insieme, una delle più ricche aree d’Italia, se non d’Europa, sia dal punto di vista economico che culturale.

A ribadire la portata di questo possibile investimento, ricordiamo che tale patrimonio edilizio dista solo qualche chilometro dal sito di Expo ed è per lo più collocato nello splendido scenario naturalistico del Parco delle Groane, arricchito dalle recenti “vie acqua” e da una fitta dotazione di piste ciclabili che, implementate in occasione del recente evento internazionale, consentirebbero, qui sì, di non dover ricorrere necessariamente all’uso dell’auto. Ovvio che un potenziamento dei collegamenti tramite trasporti pubblici, oltre che di aree di interscambio, sarebbero necessari oltre che auspicabili.

Questi insediamenti, finalmente recuperati all’uso sostenibile, potrebbero svolgere un’ importante funzione di presidio del territorio, anche in termini di sicurezza, e rappresentare una grande occasione, forse irripetibile,  per contenere davvero “il consumo di suolo”, non solo a generici proclami elettorali, evitando così ulteriori ed inutili espansioni urbanistiche e nuovi insediamenti edilizi.

Cittadini Bollatesi Solidali

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Fonte: Parco delle Groane

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Fonte: Parco delle Groane

 

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Fonte: Parco delle Groane

 

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Fonte: profilo Facebook “Bollate in foto”. 
20908_10204140345850683_8881070286670150212_nFoto di Franco Busato. 
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Fonte: profilo Facebook “Bollate in foto”

 

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Fonte: CBS
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Fonte: CBS
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Fonte: CBS11924968_10204949925289663_411703349832708320_nFoto di Franco Busato
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Fonte: CBS
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Fonte: CBS
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Fonte: Parco delle Groane
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Fonte: Parco delle Groane
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Fonte: Parco delle Groane
11907182_10204949924809651_2548902651968775878_nFoto di Franco Busato
piste 1Foto di Franco Busato11866259_10204949906889203_822767026397528351_nFoto di Franco Busato
16984_10204949911369315_6490922295476021523_nFoto di Franco Busato

 

Lo sapevate che…

… presso la sede del Parco delle Groane , in via della Polveriera n. 2,  a Solaro (MI), è esposto un bellissimo plastico che riproduce il borgo di Castellazzo e la sua splendida villa Arconati. ? Vi consigliamo di farvi visita perché il Parco delle Groane è davvero “la natura sulla porta di casa” . E poi, per goderne in pieno la bellezza, magari fare visita anche al borgo dal vivo… vi assicuriamo che ne vale la pena.

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Intorno al problema abitativo…

 

Bollate, arriva per i residenti un aiuto concreto per pagare l’affitto

” È quanto ha deciso la giunta regionale che ha deliberato un’iniziativa a sostegno di chi è in maggiori difficoltà. Le domande di accesso al contributo devono essere presentate entro il 15 dicembre 2015″

http://rho.milanotoday.it/bollate/fondo-sostegno-affitti-regione-lombardia.html

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Emergenza idrica a Bollate e progetto di salvaguardia del bacino del Seveso

acqua.jpgCome sempre, da cittadini interessati e che vogliono informarsi per poter esprimere la proprie opinioni, abbiamo letto gli articoli di cronaca locale delle ultime settimane e vogliamo continuare a condividere le nostre considerazioni e perplessità, anche tramite la carta stampata, e che già da qualche mese potete ritrovare qui, nei post precedenti.

Bollate, come gli altri comuni della nostra zona, sta subendo grossi problemi in merito alla gestione della propria falda acquifera che ormai, innalzandosi sempre più rapidamente, sta interessando i primi livelli sotterranei di numerosi stabili. Cantine, box, taverne e magazzini sono già stati invasi dall’acqua e la situazione sembra progressivamente destinata a peggiorare.

I bollatesi conoscono bene questo problema e cosa significhi ritrovarsi con l’acqua in casa, dovendo armarsi, oltre che di stivaloni, anche di tanta pazienza per cercare di contenerla e ridurne gli effetti nefasti. Basti pensare alle alluvioni del passato, ben testimoniate dalle note fotografie dell’archivio storico locale, e anche esposte a lato dell’ingresso della sede del Comune in Piazza Aldo Moro, o alle più recenti alluvioni dei corsi d’acqua locali, verificatesi proprio un anno fa, per aver una riprova immediata.

Contemporaneamente a ciò,  sta avanzando il progetto di costruzione delle  vasche di laminazione del Seveso nel territorio del Comune di Senago. Si tratta, in sostanza, di scavare dei grossi buchi , lungo la via De Gasperi (a metà tra l’ Iper Dì e i primi capannoni artigianali senaghesi), che per larghezza e profondità, giusto per farne capire le dimensioni, potrebbero contenere 25 edifici uguali a quello grigio che ospita la sopracitata sede del Comune di Bollate. Enormi buchi che saranno realizzati, oltretutto, in pieno Parco delle Groane , sottraendogli territorio naturale, e che, attraverso il canale scolmatore, riceveranno le acque del Seveso nei periodi delle sue piene. Acque che non sono pulite come quella dei nostri fontanili e delle nostre risorgive che hanno rifornito le recenti “vie d’acqua di Expo” . E la cosa più importante è che, seppur impermeabilizzati, questi buchi saranno realizzati proprio sopra la falda acquifera bollatese non migliorandone di certo le condizioni.

Concordiamo infatti con chi ha affermato che “…è evidente a chiunque che vasche grandi come decine di campi di calcio non possono non avere infiltrazioni nel sottosuolo, per cui si rischia di immettere altra acqua nella falda proprio un chilometro a nord dell’abitato di Bollate andando a peggiorare [la]situazione…” (Piero Uboldi, pag. 31 de “il Notiziario” di venerdì 6 novembre 2015)

Del resto il livello di inquinamento delle  acque del Seveso non può – nemmeno implicitamente –  essere equiparato a quello dell’acqua “inquinata” della falda acquifera bollatese.

Dalle cronache giornalistiche più recenti poi, apprendiamo con piacere che l’amministrazione comunale bollatese ha finalmente preso in carico il problema dell’innalzamento della sua falda, facendosi capofila di una riunione che ha coinvolto i comuni del circondario e gli enti territoriali preposti. Rileviamo però che definire il problema come “epocale” sia un po’ riduttivo, dato che già il nome “Bollate” rimanda all’origine dei nostri luoghi come interessata da sempre dai fenomeni collegati al problema dell’emergere dell’acqua dal sottosuolo ( “Bollate- Un territorio e la sua storia” , a cura dell’ Amministrazione comunale di Bollate, 1985)

A testimoniare ulteriormente la consistenza del problema esistono anche appositi studi geologici che accompagnano il P.G.T. (Piano di Governo del Territorio) bollatese vigente, dai quali emerge che la nostra città è soggetta al “grado di vulnerabilità” più elevato per la metà del suo territorio, e che questo coincide in larga parte con il tessuto urbano consolidato che si estende dal parco Martin Luther King  alle frazioni .di Cassina Nuova e Cascina del Sole.

Sempre intorno al problema di come si potrebbe gestire l’innalzamento della falda, sul dove far defluire l’acqua di falda pompata dal sottosuolo, osserviamo il rimando alla condizione della rete fognaria locale, quando si afferma che “… perché ha una capienza limitata…” (cit. Francesco Vassallo, pag. 35 de “Il Notiziario” di Venerdì 13 Novembre 2015) e , quindi, non sarebbe in grado di riceverne le acque. Ci chiediamo se, per affermarlo, la si conosca finalmente bene, dato che solo fino ad un paio di anni fatti si ignorava l’esistenza di un tratto di fognatura proprio sotto il nuovissimo e contestatissimo Urban centre cittadino .  Non fosse così, o non lo si potesse confermare con certezza , ci chiediamo se con gli studi geologici ipotizzati in prima istanza per fronteggiare il problema della falda (e ai quali i cittadini dovranno poi rivolgersi) verranno ri-considerate dettagliatamente anche  le analisi relative alla nostra rete fognaria per conoscerla adeguatamente nella sua effettiva ramificazione e , più precisamente, a quanto ammonti la sua effettiva capienza ad oggi, rispetto al costruito attuale.

A tal proposito segnaliamo, tra i vari,  un importante studio che ha avuto  applicazione nel Comune di Padova. Il progetto “Rete fognaria smart”, sviluppato da AcegasApsAmga, tramite il quale potrebbe essere possibile avere “piena conoscenza della rete fognaria cittadina, in termini di esatta collocazione delle condotte e di caratteristiche tecniche di queste (portata, inclinazione, punti di interconnessione, ecc…)”

Non si sottovaluti e non si bypassi troppo velocemente questo ulteriore aspetto del problema iniziale perché, purtroppo, ormai è a tutti noto quanto le sempre più ricorrenti “bombe d’acqua” piovana e i conseguenti allagamenti superficiali stiano diventando sempre più pressanti. L’esatta conoscenza della rete fognaria, unita ad un’eventuale rivisitazione attuale delle scelte urbanistiche di trasformazione dei suoli da naturali e/o agricoli in edificabili, oltre che ad una più corretta “manutenzione” dell’esistente, potrebbero  diventare fattori strategici per controllare sia l’acqua di falda che proviene dal sottosuolo, sia quella che proviene dal cielo.

Ovvio che non vogliamo equiparare le possibilità del comune patavino con quelle della sola Bollate ma,  dato che il fenomeno interessa numerosi comuni della nostra zona,  pensiamo che un tipo di studio analogo possa essere supportato dall’impegno condiviso dei comuni interessati, almeno di  quelli presenti alla riunione citata dalle cronache giornalistiche.

Lo stato attuale dei fatti correlati al problema della falda e della rete fognaria ci suggerisce un’ ulteriore riflessione. Se la parte di città costruita sembra dover convivere con “un grosso problema”  di difficile soluzione, cosa succederà alle parti di città interessate da processi di trasformazione edilizia in atto e futuri? A chi si rivolgeranno i tecnici , gli operatori e i privati interessati nell’eventualità di ritrovarsi il problema dell’acqua in casa? Vogliamo ben sperare che gli strumenti in possesso da parte dell’amministrazione siano adeguatamente aggiornati, onde fronteggiare non solo eventuali problemi di chi la casa ce l’ha già , ma anche di chi vorrebbe investire sulle trasformazioni edilizie che si stanno prospettando nel nostro territorio.

Ritornando al problema delle vasche di laminazione sopracitate, vorremmo, in conclusione, condividere un’ultima riflessione. Il progetto, all’oggi, è già stato modificato più volte e ha comportato una successiva riduzione della profondità delle vasche stesse, ma la continua evoluzione della situazione necessita a nostro avviso di un’ ulteriore e ponderata valutazione tecnica e politica. Infatti, se da un lato vediamo il rischio di causare un disastro ecologico-ambientale con la realizzazione delle vasche dentro la falda, dall’altro, in alternativa, l’interruzione della realizzazione del progetto all’insorgere di eventuali problemi non adeguatamente controllati potrebbe causare sperpero di denaro pubblico.

A fronte di questa situazione in continua evoluzione, sollecitiamo quindi  un’ulteriore analisi da parte di tutti gli enti preposti e un maggiore coinvolgimento degli enti locali, così che si possano dare risposte chiare e compatibili con la realtà del territorio . In particolar modo invitiamo l’Amministrazione bollatese di centrosinistra, ma anche tutte le forze politiche della città, ad impegnarsi per un confronto pubblico con i cittadini e con le Istituzioni preposte al fine di trovare quelle soluzioni che ci possano permetter di scongiurare l’ennesimo incontrovertibile disastro ambientale.

 

Cittadini Bollatesi Solidali

 

 

Problema amianto: a Bollate a che punto siamo?

Svolgendo una rapida ricerca nel sito istituzionale del comune di Bollate, ad oggi , abbiamo trovato  le seguenti informazioni: http://www.comune.bollate.mi.it/ITA/38/1/cerca-nel-sito.htm

(se non si aprisse il link diretto, inserite la parola “amianto”, nell’apposito campo di ricerca )

A queste importanti informazioni si deve aggiungere anche il “censimento amianto” degli edifici pubblici bollatesi   http://www.comune.bollate.mi.it/ita/112/voce/394/vivere-a-bollate.htm

Pur comprendendo che alla nuova amministrazione, insediatasi solo nel giugno scorso, debbano essere lasciati i giusti tempi di avvio ed effettiva presa in carica e gestione della macchina pubblica bollatese, quanto individuato sopra (due soli rapporti del censimento) ci sembra ancora troppo poco.

Certi che vi sarà un effettivo cambio di passo e che l’amministrazione Vassallo abbia a cuore il problema citato, auspichiamo che si concentrino velocemente le energie e si implementino gli sforzi necessari per far fronte ad un problema importante per la salute di tutti bollatesi.

Ripromettendoci di ritornare presto sul problema citato con altre nostre considerazioni, ci sembra altresì molto utile e doveroso ricordare le seguenti disposizioni a cui ogni cittadino è tenuto ad attenersi.

http://www.comune.bollate.mi.it/ita/112/voce/330/amianto.htm

Il Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi (ETVilloresi) – lavori 2013 – 2015

“Molteplici sono i progetti del Consorzio Est Ticino Villoresi attualmente in corso – resi possibili da differenti e importanti finanziamenti – attraverso i quali l’Ente si propone di migliorare l’efficienza della propria rete, affiancando alle proprie tradizionali funzioni agricole e a quelle connesse con le attività di bonifica altre preziose funzioni di valorizzazione, realizzabili grazie e attraverso l’acqua, con la finalità di supportare uno sviluppo territoriale in chiave ambientale, turistico-culturale ed energetico, in sinergia con gli altri attori presenti sul territorio. Complessi accordi di programma e convenzioni con altri soggetti disciplinano i principali interventi 2013-2015, che interessano l’intera rete idraulica:

– valorizzazione Panperduto;
– realizzazione nuovi canali e riqualificazione degli esistenti – progetto Vie d’acqua EXPO;
– valorizzazione Sistema dei Navigli attraverso i finanziamenti POR-PIA;
– ripristino navigazione Locarno-Milano-Venezia – progetto Idrotour.”

http://www.etvilloresi.it/portal-villoresi/page148a.do?link=oln643a.redirect&seu311a.oid.set=245

Cosa succede lungo via Castellazzo , verso Garbagnate Milanese?

Riqualificazione e messa in sicurezza del bacino del Torrente Guisa

Succede che …

“A dicembre 2011 è stata avviata una attività di valutazione congiunta delle diverse necessità di intervento per lariqualificazione e messa in sicurezza del bacino del Torrente Guisa. L’attività coinvolge diversi soggetti: Regione Lombardia (Presidenza; DG Territorio e Urbanistica; DG Ambiente, Energia e Reti), Società Expo 2015, ERSAF, Consorzio Villoresi, Coordinamento Patto Sindaci Nord Ovest e tutti i Comuni direttamente interessati.  ”

Per approfondire il tema, consigliamo la lettura di questo link http://www.contrattidifiume.it/1255,Azione.html  e , in particolare per quanto attiene Bollate, la consultazione di questo file   http://www.contrattidifiume.it/media/azioni/guisa_2012/Fossati_RL_27gen2012_def.pdf

e, per capirne di più anche sul Nirone e sul Pudiga, che attraversano Bollate,  di questo link

http://www.opencoesione.gov.it/progetti/1lolombgefo-00000000000036033048/

Cosa hanno in comune i box allagati e le vasche di Senago? L’innalzamento della falda!

E’ notizia di settimana scorsa che numerosi box di Bollate sono stati invasi dall’acqua di falda, che si sta sempre di più innalzando e sta mettendo in crisi il nostro sistema di deflusso delle acque. A poche centinaia di metri di distanza, intanto, al confine tra Bollate e Senago, si sta avvicinando sempre di più il momento in cui inizieranno gli scavi per la realizzazione delle “vasche di laminazione” del Seveso,  che dovrebbero servire a deviarne le piene e preservare il quartiere milanese di Niguarda da esondazioni.

Sembra che le raccomandazioni e le riserve espresse dall’amministrazione senaghese e dal nostro ex-assessore Valentini non abbiano trovato accoglimento da parte di AIPO, della Regione Lombardia e del Comune di Milano, e che queste due enormi buche, seppur isolate dal terreno, saranno realizzate proprio dentro la falda acquifera bollatese fino a una profondità massima di 14 metri, quasi come un palazzo di 5 piani. Nelle vasche quindi verranno convogliate le acque del Seveso, per essere trattenute e poi rilasciate, attraverso il canale scolmatore, in una quantità tale da riempire 25 edifici grandi come l’edificio che ospita la sede del comune di Bollate.

Rispetto al progetto complessivo iniziale, quello che verrà eseguito è meno invasivo, da un milione di metri cubi si è passati a ottocentomila, ma soprattutto sono stati eseguiti interventi come l’allargamento del canale scolmatore e la pulizia del tratto tombinato milanese del Seveso, che ridurranno sensibilmente la necessità di utilizzare le vasche di Senago e quindi rimaniamo ancora più perplessi sulla reale utilità di tale intervento, che, ricordiamo, costerà circa 30 milioni di euro.

Ci preme sottolineare come il territorio in cui sorge Bollate si sia da sempre caratterizzato per la ricchezza di acqua pulita che sgorga dal suolo, e la presenza dei tanti fontanili e delle risorgive lo conferma. Un aspetto di cui si parla assai poco invece è l’impoverimento progressivo delle attività industriali che popolavano la nostra zona e quanto esse incidevano nell’uso e nella gestione dell’acqua, utilizzata appunto nei loro sistemi di raffreddamento e cicli di lavorazione, per poi essere restituita lungo canali, anche se non sempre pulita, purtroppo. Ciò , a nostro avviso, dovrebbe porre anche seri motivi per valutare una rilettura del “Piano di Governo del Territorio” (PGT), quello che una volta veniva chiamato “Piano Regolatore Generale” (PRG), perché sia i nuovi insediamenti, che gli interventi nel recupero delle aree dismesse locali, dovranno tenere conto di questa situazione, come, guardando al territorio dell’intera città, bisognerà considerare gli effetti delle abbondanti piogge – le famose “bombe d’acqua” –  che sembrano sempre più caratterizzare il clima attuale e futuro, e che mettono sovente a dura prova il sistema fognario bollatese, creando allagamenti e forti miasmi. Bisognerà cioè ben analizzare, progettare e controllare la separazione e lo smaltimento delle acque pulite fino a quelle più sporche, costituite dai reflui urbani. La separazione delle acque più pulite dalle acque più sporche, scaricando nel sottosuolo le prime e nei condotti fognari le seconde per convogliarle  alla depurazione, è una pratica ancora al di là da venire nel nostro territorio.

Per il Comune di Bollate sarà utilissimo valutare se approntare un nuovo studio che fotografi con esattezza lo stato di fatto attuale della sua rete fognaria, per capire quanto e come sia stati effettivamente capaci di gestire le necessità pregresse, attuali e future. Non sottovalutiamo questo problema, perché non tutti gli interventi edilizi bollatesi del passato si sono realizzati adeguando in modo sistemico la portata della rete fognaria esistente, e perché, purtroppo, è storia piuttosto recente essersi reso conto dell’esistenza di una condotta fognaria in Piazza della Resistenza, solo dopo aver deciso e concluso il progetto del nuovo Urban Centre.

Cittadini Bollatesi Solidali

Comune di Bollate , “BILANCIO: + TASSE – SCUOLA”

La nuova giunta del Comune di Bollate (MI) si è appena insediata e constatiamo che il primo atto è stato quello di annunciare un consistente aumento della tassazione locale. La Tasi, l’imposta sulla casa di esclusiva competenza comunale, verrà aumentata dal 1,9% al 3,3 % con un incremento del 70 %.
La giustificazione che viene data è che il bilancio comunale si trova in perdita per circa 2,5 milioni di euro, di cui 1,9 a causa di mancati trasferimenti da parte dello Stato e 0,6 milioni di euro a causa di una serie di voci di entrata che non hanno trovato riscontro nella realtà.
La notizia che lo Stato avrebbe ridotto i trasferimenti di 1,9 milioni di euro non avrebbe dovuto essere una sorpresa, ma una notizia risaputa alla quale bisognava far fonte, quindi constatare che la vecchia amministrazione ha preferito l’inerzia e il lascito in eredità alla nuova, ci lascia alquanto sconcertati. Nessuno ha pensato di mettere in campo iniziative, idee, risorse per affrontare questo problema e valutare per tempo dove e come si potesse intervenire sul fronte del contenimento dei costi. Oggi ci dicono che, dovendo essere approvato il Bilancio entro la fine di luglio e non avendo il tempo necessario per fare analisi sui costi, non si può far altro che aumentare le tasse.
La nuova amministrazione ci informa inoltre che l’aumento della Tasi non sarà sufficiente e quindi bisognerà, in tempi brevissimi ( cioè entro l’anno in corso ), approvare anche due interventi urbanistici importanti, ma a tutt’oggi solo in parte discussi e condivisi in città: l’intervento sull’area Bellini e, soprattutto, l’intervento sull’area ex Timavo. Quest’ ultimo prevede la costruzione di un supermercato e di un grattacielo a destinazione residenziale, per utilizzare buona parte dei proventi degli oneri di urbanizzazione a copertura della spesa corrente. Ricordiamo che la precedente amministrazione Stelluti aveva individuato l’area ex Timavo come futura sede del polo scolastico per le scuole primarie e secondarie, in alternativa a Fratellanza e Diaz, e che il progetto sull’area Bellini prevedeva che gli oneri di urbanizzazione fossero destinati alla riqualificazione della scuola di via Brianza.
Noi crediamo che l’approccio alle necessità di bilancio sia doveroso di ulteriore riflessione. Pensiamo che si possa e si debba ancora ragionare sulla riduzione/razionalizzazione delle spese e sulle sacche di evasione ed elusione fiscale che sicuramente ancora esistono. Soprattutto pensiamo che sia sbagliato decidere interventi urbanistici di enorme impatto solo sull’onda della necessità di coprire perdite nella spesa corrente di Bilancio.
Oggi scontiamo la necessità di approvare il bilancio entro luglio e quindi non ci sarebbe più il tempo materiale per una preliminare dettagliata analisi di ogni voce di spesa e del relativo assetto strutturale dello stesso. Chiediamo però all’A.C. un impegno politico ed un Patto con i Cittadini: si stabilisca che nei sei mesi che ci separano dal 2016 e dalla predisposizione del prossimo bilancio di previsione si proceda con un’ analisi partecipata dettagliatissima (al microscopio) di ogni voce di uscita con il taglio delle spese inutili e l’adozione dei correttivi di carattere strutturale in grado di riorganizzare la macchina comunale e di mettere a rendita tutte le attività economiche del Comune di Bollate. Conseguentemente si proceda ad una nuova rimodulazione delle aliquote fiscali, oggi aumentate, al fine di riportarle almeno ai livelli precedenti.

Cittadini Bollatesi Solidali